L'Uvp sollecita il governo a prendere una decisione per liberare la società dai paletti della legge Madia
AOSTA. La quotazione in borsa della Compagnia Valdostana delle Acque è stata ancora una volta tema di discussione in consiglio regionale. A sollecitare la giunta a prendere una decisione sul futuro della società è stato, illustrando una interpellanza, il consigliere dell'Uvp Alessandro Nogara.
«In assenza di quotazione, CVA rimane soggetta alla legge Madia che pone limiti essenziali alla sopravvivenza dell'azienda: difficoltà di sviluppo, limitazioni, condivisione pubblica di informazioni sensibili, problemi nella gestione del personale», ha detto Nogara. «CVA tra 2000 e 2017 ha portato nelle casse della Regione 614 milioni di Euro, è tra i primi quindici operatori del settore ed è l'unico obbligato ad applicare la legge Madia perché gli altri sono tutti quotati. Bisogna prendere una decisione su questa società che forse in questo momento è la più sana e quella che rende di più alla Valle d'Aosta».
La quotazione è al vaglio degli uffici regionali e la IV Commissione consiliare è stata incaricata di organizzare delle audizioni «per comprendere la situazione e gli eventuali sviluppi - ha risposto la presidente della Regione, Nicoletta Spelgatti -. Al di là della risposta formale il problema è molto serio e complicato», ha aggiunto. «Su questo argomento serve la condivisione più ampia possibile, bisogna lasciare da parte gli schieramenti maggioranza-minoranza e prendere la decisione migliore per la società».
«CVA attualmente è il settimo-ottavo operatore del settore sul mercato, ma basta poco per farla precipitare agli ultimi posti con tutti i problemi che ne conseguono. E' il momento di dare risposte. Chiedo di convocare al più presto la IV Commissione», ha replicato Nogara.
Clara Rossi