Riforma del catasto, Unsic: 'un disastro per le seconde case in Valle d'Aosta'

Secondo il sindacato datoriale un aumento della tassazione sugli immobili causerebbe la desertificazione delle zone di montagna

 

Courmayeur

«Un disastro per le seconde case in Valle d'Aosta». Così Domenico Mamone, presidente del sindacato datoriale Unsic, a proposito della riforma del catasto allo studio del governo.

Analizzando la riforma più nel dettaglio, il presidente dell'Unsic evidenzia le problematiche principali legate alla variazione dei valori catastali a cominciare dall'aumento degli estimi che «coinciderebbe, per paradosso, con il lungo periodo di crollo del valore delle abitazioni e soprattutto dei locali commerciali, sempre più danneggiati dal commercio elettronico; il mercato immobiliare, che in futuro soffrirà anche il decremento strutturale della popolazione, ne uscirebbe ulteriormente a pezzi e ciò renderebbe più poveri gli italiani, per i quali il mattone resta la primaria ricchezza». In più «aumentare la tassazione sugli immobili, a cominciare dall’Imu sulle seconde case detenute da un italiano su cinque, accentuerebbe la desertificazione dell'entroterra e delle zone montane del nostro Paese, Valle d'Aosta compresa, dove le abitazioni nei paesi d’origine rappresentano già un costo insostenibile di cui moltissimi italiani si vorrebbero liberare; un fenomeno che avrebbe ricadute negative anche sul turismo».

Secondo Mamone l'aumento del prelievo fiscale inoltre «penalizzerebbe le nuove generazioni che ereditano immobili di cui spesso non sono in grado di provvedere economicamente persino alla loro gestione e manutenzione» e avrebbe «in una crisi economica determinata dal periodo pandemico che mostra ancora evidenti ferite economiche e sociali; con la riforma catastale varierebbe anche l’Isee, con pesanti ripercussioni sociali, si pensi alla mensa scolastica o alle tasse universitarie».

 


Clara Rossi

 

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