Caro-energia e blocco scambi con la Russia: la situazione in Cogne Acciai Speciali

Intervista al dg Monica Pirovano sulla situazione dell'acciaieria di Aosta


Costi dell'energia che aumentano significativamente, tensioni e blocchi dal commercio con la Russia dopo l'invasione dell'Ucraina: per le aziende energivore come la Cogne Acciai Speciali il quadro economico che si sta formando, dopo due anni di pandemia, è tra i più difficili degli ultimi anni. Il punto della situazione con Monica Pirovano, direttore generale CAS.

 Cogne Acciai Speciali

Cogne Acciai Speciali in questo periodo è esposta all'aumento dei costi dell'energia e ai rischi sull'approvvigionamento di materie prime dalla Russia. Come vi state organizzando?
«Come materie prime, l'unica proveniente dalla Russia è il Nichel, ma per noi la materia prima principale è il rottame, acciaio inossidabile, che compriamo in Italia e sul quale dunque la guerra non ha alcun impatto. Anche le altre materie prime non vengono dalla Russia. Compriamo ad oggi dalla Russia l'80% del Nichel».

Ci sono altri mercati ai quali rivolgersi per le forniture di Nichel?
«Non pensavamo arrivassimo a questo punto, ma ci eravamo mossi ai primi sentori di guerra. Paesi come Australia e Canada sono produttori di Nichel e possono fornirlo in alternativa. Non è facile né semplice, ma la possibilità c'è e stiamo guardando a questi per non restare senza materia prima».

Cambiando fornitore, il costo del nichel aumenterà?
«Il Nichel è quotato in modo ufficiale e a livello mondiale dalla borsa di Londra all'LME, London Metal Exchange. Quello dunque è il costo applicato. Se ci fosse l'interdizione alla Russia di esportarlo, gli altri paesi potrebbero approfittarne e far salire il prezzo come è normale che accada nel meccanismo di domanda e offerta. Impossibile dire di quanto: ci sono ancora tanti se e tanti ma».

A proposito dei costi energetici, qual è la situazione in CAS?
«Come tutti nell'ultimo trimestre 2021 abbiamo subito gli aumenti importanti sull'energia elettrica e sul gas. Questo primo trimestre i prezzi rimangono alti anche se, prima della guerra, c'erano tendenze al ribasso. Il governo inoltre sta varando provvedimenti per aiutare le aziende energivore come noi. Bisognerà vedere gli effetti di questa guerra sulle forniture di gas. Molto dipenderà da come si evolverà lo scenario. È difficile dire adesso quale sarà la soluzione».

La situazione si riflette sull'aspetto occupazionale?
«Noi adesso stiamo cercando persone da assumere. Il nostro business plan prevede un 2022 con volumi in aumento rispetto al 2021 e nel futuro aumenti anche maggiori. Stiamo cercando 60 operatori sul lato produttori e manutentori. Certo, le tragedie sono sempre dietro alla porta e nessuno si aspettava una pandemia che durasse due anni. Voglio sperare ci sia una certa intelligenza da parte dei soggetti politici e che si torni alla pace. Sono una persona positiva, guardo sempre al bicchiere mezzo pieno. Per adesso i segnali del mercato ci fanno ben sperare. Al di là dei confini si sta purtroppo combattendo una guerra che potrebbe avere effetti sicuramente non positivi, ma che speriamo siano contenuti».

I blocchi sull'export con la Russia hanno effetti sulla Cogne Acciai Speciali?
«Nel nostro caso sono marginali. Esportiamo un prodotto particolare, ma è un'esportazione marginale rispetto al nostro fatturato. Questo aspetto non ci preoccupa».

 

 

Marco Camilli

 

 

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