Forza Italia deposita una proposta di legge per l'elezione diretta del presidente della Regione

La proposta prevede il ritorno delle tre preferenze e un premio di maggioranza con oltre il 40% di voti

 

Elezioni regionali

Il gruppo in Consiglio Valle di Forza Italia annuncia di aver depositato una proposta per cambiare la legge elettorale regionale introducendo l'elezione diretta del presidente della Regione e togliendo la preferenza unica.

I consiglieri Mauro Baccega e Pierluigi Marquis affermano: «Forza Italia ha ritenuto doveroso dare una svolta al percorso» di riforma considerando «la situazione politica che allontana gli elettori dalla politica con la conseguenza che sempre di più i valdostani disertano l'appuntamento con le urne» e visti «i risultati in alcuni comuni alle recenti ».

La proposta di FI ha alcuni punti in comune con il testo oggetto della raccolta firme del Comitato Riforma Elettorale e, se approvata, andrebbe ad abrogare la legge 21/2007 e a modificare la normativa del 1993 introducendo diverse novità. Una di queste, come detto, è l'elezione diretta del presidente della Regione che invece al momento è individuato con voto segreto dalla maggioranza assoluta dei consiglieri. La lista o la coalizione che sostiene il candidato eletto otterrebbe almeno 19 seggi su 35. Per il premio di maggioranza di minimo 21 seggi servirebbero almeno il 40% dei voti al candidato eletto presidente.

Sempre in base alla proposta depositata in Consiglio regionale, alle liste o alle coalizioni di minoranza sarebbero garantiti 11 seggi, inclusi quelli dei candidati presidenti non eletti. 

Il testo di FI inoltre toglierebbe la preferenza unica riproponendo la possibilità per gli elettori di indicare fino a tre nomi di candidati (con almeno un candidato di genere diverso dagli altri due) e fisserebbe la soglia di sbarramento al 4%. Alle scorse elezioni regionali la prima lista esclusa, il Centro Destra, ottenne il 5,68%.

Infine il numero di firme richiesto per partecipare alle elezioni verrebbe fissato in minimo 300 e massimo 500.

Secondo FI la proposta «consentirà agli elettori di guardare con chiarezza al futuro del voto espresso».

 

 

M.C.

 

 

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