L'esposizione alle polveri di legno mette a rischio la salute

La salute su Aostaoggi.it con il dott. Franco Brinato

Le botteghe artigianali del legno in Italia rappresentano ancora una delle realtà più espressive dal punto di vista commerciale e artistico. Quest'articolo ha lo scopo di fornire a tutti quelli che, per passione e hobby, si dedicano alla lavorazione del legno, gli elementi necessari per la conoscenza dei rischi e i possibili effetti sulla salute.
La lavorazione del legno rappresenta un comparto lavorativo collocato tra le attività più rischiose (dati INAIL 2011) a maggior rischio di malattie professionali, quali tumori della cavità nasali, malattie croniche dell'apparato respiratorio.

A cosa è dovuta la tossicità del legno?
Il legno non è tossico, ma ogni volta che è segato, perforato, levigato, piallato e carteggiato, produce polvere che, dispersa nell'aria e inalata, espone al rischio di numerose malattie respiratorie croniche e tumorali. Il rischio è proporzionale al tempo d'esposizione, al tipo di legno, alle dimensioni delle particelle e a fattori individuali (fumo, malattie respiratorie croniche, predisposizione genetica.)

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Quali sono le specie legnose più pericolose?
Secondo i dati della letteratura medica è possibile affermare che le malattie correlata all'esposizione di polvere da legno riguardano soprattutto il legno di determinati alberi. A questo proposito si tende a classificare le polveri del legno in funzione della loro provenienza: legno “duro”, appartenente in linea di massima alle latifoglie e legno “tenero”, più tipico delle conifere sempreverdi (pino, larice, abete, cedro, ecc.). E' l'esposizione alle polveri dei legni duri a essere più pericolosa per la minore dimensione delle fibre di legno presenti che facilmente arrivano nelle vie respiratorie. A questa specie appartengono: Acero, Olmo, Betulla, Noce americano, Carpino o Faggio bianco, Castagno, Frassino, Noce, Platano americano Pioppo, Ciliegio, Salice Quercia, Tiglio, Olmo e alcuni legni duri esotici, Ebano, Mogano teak.

Quali sono gli effetti delle polveri di legno sulla salute?
Il potenziale danno per la salute è dato dalla penetrazione e la deposizione nelle vie respiratorie delle particelle di legno prodotte nel corso del taglio e della lavorazione dei legnami e che con vari meccanismi, non ancora del tutto noti (allergici, meccanici e tossici) e spesso in associazione tra loro, provocano danni irreversibili all'organismo. Secondo la ricerca condotta dallo IARC (Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro), esistono sufficienti dati e informazioni per definire le polveri da legno cancerogene per l'uomo. I dati epidemiologici mostrano che l'esposizione a polveri di legno provoca tumori delle vie respiratorie superiori (naso e seni paranasali). Sono tumori rari, un caso su 100.000 persone, ma in alcune categorie di lavoratori, come quello del legno, l'incidenza è di 5-9 casi ogni 100.000 persone. L'esposizione a polvere di legno è responsabile anche di:
- Alveolite allergica da contaminazione di muffe e altre sostanze organiche presenti nel legname;
- La sindrome tossica da polveri organiche (ODTS) che è simile a una sindrome influenzale cronica;
- Asma bronchiale di tipo allergico (associata alla lavorazione di legni tropicali, ma anche di quercia, cedro del Libano, abete californiano e cedro rosso.);
- Bronchite cronica (aggravata dall'abitudine al fumo);
- Faringiti, laringiti e tracheiti;
- Rinite acuta e cronica. Una patologia infiammatoria cronica, o comunque particolarmente persistente, a carico del naso (rinite);
- Sinusite acuta e cronica;
- Irritazione oculare (bruciore, arrossamento, lacrimazione) e nasale (secchezza, bruciore, raffreddori frequenti);
- Dermatite irritativa da contatto delle parti esposte sopratutto mani e diverse altre malattie allergiche, orticaria, dermatite e congiuntivite.

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Quale misure di prevenzione si possono adottare per ridurre il rischio?
Non esiste una dose di esposizione alle polveri di legno che consenta di definire un “rischio zero”. La prudenza impone di ridurre al minimo o annullare l'inalazione delle polveri provenienti dai processi di lavorazione dei legni duri. Le azioni preventive più efficaci per ridurre al minimo il rischio sono:
- Utilizzo di locali arieggiati e muniti d'impianti di aspirazione;

- Regolare e sistematica pulizia dei locali attraverso l'utilizzo di aspiratori. L'uso di soffi d'aria compressa per la pulizia dei locali, dei vestiti, degli oggetti lavorati e degli attrezzi, è da evitare nella maniera più assoluta, disperdono polvere e aumentano il rischio di malattia;
- Utilizzo d'idonei dispositivi di protezione individuale per la protezione delle vie respiratorie, come le maschere facciali, occhiali, copricapo, guanti e tuta possibilmente in cotone a trama fitta con polsi elastici per una migliore protezione;
- In caso di disturbi nasali (secrezioni abbondanti, sanguinamento) e disturbi degli occhi, della pelle, tosse continua, difficoltà a respirare, sono necessari rivolgersi al medico e sottoporsi a eventuali esami diagnostici.


Bibliografia
1) Linee Guida per l'applicazione del Titolo VII del D.Lgs. 626/94, come modificato dal D.Lgs. 66/2000, alle attività comportanti esposizione a polveri di legno, Ministero della salute
2) Registro nazionale dei tumori naso-Sinusali edizione 2016.

 

dott. Franco Brinato
specialista in medicina d'emergenza urgenza e medicina termale e dirigente medico di medicina d'urgenza e pronto soccorso

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