L'antibiotico-resistenza: cos'è e perché preoccupa

AOSTA. L'uso scorretto degli antibiotici aumenta il rischio di infezione: nel 2050 le infezioni batteriche potrebbero causare nel mondo circa dieci milioni di morti l'anno, superando ampiamente i decessi per tumore, diabete e malattie cardio-vascolari.

antibiotici


Gli antibiotici sono farmaci efficaci solo se sono utilizzati correttamente: un'assunzione “fai da te”, senza prescrizione e controllo medico, può causare più problemi che benefici. L'uso inappropriato degli antibiotici nel corso degli anni ha creato germi resistenti, con grave rischio d'infezione difficili da debellare. Questo fenomeno è definito farmaco resistenza o antibiotico-resistenza. In Italia, secondo le più recenti stime, un terzo delle infezioni è legato alla resistenza agli antibiotici. Ogni anno, 33.000 persone muoiono a causa di un'infezione dovuta a batteri resistenti agli antibiotici.
Sensibilizzare medici, veterinari e cittadini all'uso oculato di questi farmaci è l'unica arma per evitare epidemie d'infezioni difficile da curare.
L'antibiotico resistenza nei prossimi anni, se non adeguatamente affrontata, creerà gravi danni alla salute pubblica e costi esorbitanti per il sistema sanitario nazionale.

Cosa sono gli antibiotici e come funzionano?

Gli antibiotici sono sostanze di origine naturale o di sintesi (prodotti in laboratorio) in grado di rallentare o fermare la proliferazione dei batteri. Hanno effetto esclusivamente sui batteri ma non sui virus. Attaccano i batteri a vari livelli della loro crescita (membrana, parete cellulare, sintesi proteica ecc.) e si distinguono in base alla loro azione.

Che cosa è l'antibiotico-resistenza?

E' la capacità di ogni microrganismo di sviluppare sistemi di difesa contro ogni antibiotico. L'uso frequente e inappropriato degli antibiotici favorisce l'antibiotico- resistenza e rende il microrganismo immune, un fenomeno che costituisce ormai un'emergenza a livello mondiale tanto da far temere, in un futuro ormai prossimo, di non poter più avere “armi” efficaci per contrastare le infezioni. Un uso eccessivo e improprio degli antibiotici, infatti, accelera la comparsa e la diffusione di batteri resistenti e favorisce quindi la progressiva perdita della loro efficacia.

Cosa s'intende per uso improprio di antibiotici?

Ormai è un'abitudine diffusa prescrivere antibiotici al comparire dei primi sintomi di raffreddore, mal di gola, tosse, otite. In genere queste infezioni delle vie aeree superiori hanno un'origine virale per cui gli antibiotici non sono efficaci. Sono infezioni che guariscono spontaneamente in pochi giorni. A questo si aggiunge l'uso di antibiotici negli animali e nei cibi (carne e pesce di allevamento) che aumentano la resistenza e la formazione di ceppi di batteri molto resistenti agli antibiotici.

Quando assumere gli antibiotici?

Gli antibiotici sono medicinali efficaci esclusivamente nel contrastare le malattie infettive causate da batteri. Non sono utili, invece, per curare infezioni virali, come ad esempio il raffreddore, tosse, otite o l'influenza. Gli antibiotici possono essere assunti solo dopo valutazione da parte di un medico. Solo in alcuni casi la prescrizione di antibiotici potrebbe essere presa in considerazione: Influenza in soggetti con malattie croniche, per prevenire l'estensione dell'infezione alle vie aeree inferiori (cioè di sviluppare una bronchite o una polmonite), febbre persistente o peggioramento del quadro clinico in tutti i soggetti dopo un episodio influenzale. Tuttavia un eventuale terapia antibiotica, deve essere decisa sempre da un medico.

Quali conseguenze porta l'uso non corretto degli antibiotici?

Gli antibiotici non sono farmaci adatti per ogni tipo d'infezione. Il loro uso scorretto non migliora né accelera la guarigione, anzi può provocare effetti indesiderati, tra cui i più comuni sono la diarrea, con conseguenze anche gravi per anziani e bambini, e l'antibiotico resistenza, vale a dire la diffusione di batteri resistenti agli antibiotici, contro i quali questi farmaci diventano inutili, lasciandoci privi di difese contro numerose malattie infettive.

n uso scorretto degli antibiotici potrebbe portarci indietro nel tempo, a quando gli antibiotici non esistevano e le malattie infettive erano la prima causa di morte nella popolazione. Gli antibiotici sono un bene prezioso che si sta esaurendo nel tempo. Affinché la loro efficacia possa rimanere inalterata in futuro, è necessario che tutti contribuiscano attraverso un uso corretto e responsabile.

Quali sono i suggerimenti pratici da dare ai cittadini e agli operatori sanitari?

Sono fondamentali una corretta formazione degli operatori sanitari e una corretta informazione della popolazione generale, per orientare correttamente le abitudini di utilizzo degli antibiotici.

Alcune semplici regole:

Per gli operatori sanitari:

In conclusione cosa si può fare?

La resistenza di molte infezioni a diversi antibiotici è un reale rischio. Dall'introduzione della penicillina nel 1941, gli antibiotici sono divenuti una delle pietre miliari della medicina moderna. Tuttavia, negli ultimi decenni, sono aumentati gli agenti patogeni resistenti a questa categoria di farmaci. Inoltre il numero di nuovi antibiotici sviluppati dagli anni Settanta si è costantemente ridotto, perché non redditizio per le case farmaceutiche, ormai troppo concentrare sull'innovazione di farmaci per la prevenzione e la cura delle malattie cardiovascolari. Ciò provoca la riduzione della mortalità, ma lo stesso malato sopravvissuto a una malattia cardiaca può morire per una banale infezione.

Occorre sollecitare e sensibilizzare istituzioni, case farmaceutiche, Università, comunità scientifiche, promuovere azioni dirette al contenimento dell'uso degli antibiotici negli animali e al loro buon uso nell'uomo, investire su strategie avanzate per lo sviluppo e la messa in commercio di antibiotici innovativi, per questo è necessario lo sforzo di tutti.

Usare bene gli antibiotici è una responsabilità del singolo nei confronti della propria salute per avere sempre a disposizione farmaci efficaci ed è inoltre una responsabilità collettiva, poiché favorire lo sviluppo dell'antibiotico-resistenza. Se non si ricorre ai ripari, nel 2050 le infezioni batteriche causeranno nel mondo circa dieci milioni di morti l'anno, superando ampiamente i decessi per tumore, diabete e malattie cardio-vascolari.

 


dott. Franco Brinato

specialista in Medicina d'Emergenza Urgenza e Medicina Termale e dirigente medico di Medicina d'Urgenza e Pronto soccorso