Blocco scrutini, i docenti spiegano il perché della loro adesione

 

"Non possiamo rimanere inerti di fronte alla distruzione della scuola pubblica e della nostra professionalità"

liceo-classicoAOSTA. "Non rifiutiamo certo di essere valuatati nella quantità e qualità del nostro lavoro, ma riteniamo che questa funzione debba essere esercitata dal sistema pubblico nel suo complesso, nel suo impegno per rendere la scuola, tutta, un servizio di qualità e un'esperienza di formazione, dove ogni componente (dirigente, collegio docenti, studenti e famiglie) concorra in modo responsabile, costruttivo ed equilibrato al progetto educativo". Lo scrivono in una lettera i docenti del Liceo Classico, Artistico e Musicale di Aosta per spiegare i motivi dell'adesione al blocco degli scrutini indetto dalle organizzazioni sindacali.

Continua la lettera: "Il Disegno di legge 2994 (Camera) / 1934 (Senato) – che non vogliamo chiamare come lo chiama Renzi - invece affida questo obiettivo al "giudizio del mercato" sulle singole scuole, che cercheranno di battere la "concorrenza" assicurandosi gli insegnanti "migliori". Chi vuole invece la scuola come un servizio di qualità volto a far fruttare il capitale più importante, l'intelligenza dei nostri giovani, chiede invece un sistema di formazione, controllo e aggiornamento che aiuti gli insegnanti a lavorare al meglio dell'efficacia".

Dall'articolo 22 della riforma, proseguono i docenti del liceo aostano, emerge "l'aspetto più inquietante", ossia il fatto che "il governo potrà regolare tutto il rapporto di lavoro dei docenti e del personale Ata tramite dei semplici decreti legislativi" andando a modificare orari di lavoro, permessi, assenze e retribuzioni. In sostanza "se passa il Ddl, il Governo potrà modificare i nostri contratti senza contraddittorio, perché sarà delegato ufficialmente come unico interlocutore."

"Non possiamo proprio rimanere inerti di fronte alla distruzione della scuola pubblica e della nostra professionalità" aggiungono i docenti del liceo aostano prima di concludere la lettera con invito a "riflettere sul futuro che aspetta la scuola italiana" rivolto anche a chi non condivde la loro posizione.

 

Elena Giovinazzo

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