Epifania, alla parrocchia dell'Immacolata di Aosta torna il tradizionale Presepe Vivente

 

Diretta streaming su Aostaoggi il 6 gennaio dalle 18

Padre-luiginoAOSTA. L'Epifania è una delle feste religiose che fanno parte della cultura cristiana e all'interno del nostro paese è diventata una vera e propria festa tradizionale. Il 6 gennaio di ogni anno, dodici giorni dopo Natale, questo evento riunisce insieme molti credenti all'interno di un'unica messa, per celebrare l'arrivo dei Re Magi, Melchiorre, Baldassarre e Gaspare, presso la mangiatoia di Gesù Bambino. In molte città del mondo la magia del natale e dell'Epifania sono rappresentate attraverso una rappresentazione teatrale nelle chiese cattoliche, chiamata “Presepio vivente”.

Per saperne di più Padre Luigino Da Ros ci espone il suo pensiero ed un pezzo di tradizione della chiesa di Maria Immacolata di Aosta, dove ogni anno possiamo assistere a questa rappresentazione che Aostaoggi domani trasmetterà in diretta streaming a partire dalle ore 18.

Da quanto tempo si svolge il Presepio Vivente vivente nella sua parrocchia?
Sono ormai circa quarant'anni che il Presepio Vivente si svolge all'interno della parrocchia dell'Immacolata. Una tradizione, quindi, che ho già trovato qui quando sono arrivato undici anni fa. E' caratterizzata da aspetti molto belli, per esempio la collaborazione che le famiglie offrono man mano: hanno realizzato i costumi per il Presepio, che attraverso dei tessuti, anche semplici, rendono viva la realtà stessa del Presepio, così come è raccontato dai vangeli. In più, ogni anno vengono aggiunti degli elementi nuovi, creando un patrimonio di costumi e oggetti che servono per questo Presepio Vivente.

Com'è accolta questa iniziativa dalla comunità parrocchiale?
E' un appuntamento molto atteso e mette in risalto l'attenzione delle famiglie nei confronti dei bambini. La vedo come un'opportunità di catechesi far vivere la scena stessa del Natale perché aiuta a immedesimarsi nel fatto stesso. La nostra educazione spesso resta teorica, mentre con questo evento ci si può immedesimare attraverso il mimo e la recita. Quindi è un qualcosa che rimane impresso nella memoria dei bambini e costituirà anche una piccola storia legata ad un ricordo quando saranno grandi. Le famiglie ci tengono molto, in quanto il bambino è al centro dell'attenzione famigliare, i parenti vengono per vedere il proprio bimbo e vivono il mistero che è rappresentato nella semplicità di questi piccoli. Al Presepio Vivente partecipano i bambini delle elementari, ma sono presenti anche dei ragazzi e degli adolescenti. La Sacra Famiglia è rappresentata da una giovane coppia insieme al loro bambino che rappresenta Gesù. Inoltre ci sono altri adulti che aiutano i bambini nei loro movimenti, ma comunque prevale l'ambiente semplice del Natale vissuto da questi bimbi.

In tempi in cui il significato del presepe è messo in discussione, qual'è secondo lei l'importanza del presepio vivente?
Viviamo in un momento in cui tutto è messo in discussione spesso, soprattutto nel Nord che è molto materializzato e secolarizzato, ci si vergogna della propria identità cristiana. Da alcuni anni in molte scuole pubbliche non si osa nominare il Natale per paura di creare del disagio nei confronti di coloro che hanno una cultura differente. Ho sentito che quest'anno alcune autorità importanti in Italia si sono contrapposte a questo andazzo e hanno fatto un richiamo esplicito al Presepe come un elemento sostanziale della cultura italiana e questo mi ha fatto piacere. Inoltre, vivere il Presepio Vivente nel contesto della celebrazione eucaristica per me è non solo trasmettere un messaggio, non certamente solo una devozione tradizionale, ma è vivere la realtà del Mistero centrale della fede cristiana che stiamo celebrando in questi giorni del Natale ed aiutarci con gesti semplici a sentirlo vivo e vicino al nostro mondo, alle nostre famiglie, al nostro quotidiano.

Come si identifica la natività nella nostra società?
In Italia il culto del bambino è molto presente, anche perché i figli di genitori italiani nella nostra società sono generalmente pochi, per questo motivo quando un bambino nasce assorbe tutta l'attenzione della famiglia e questo è certamente qualcosa di meraviglioso anche se comporta momenti di criticità. Ma penso che la nascita di un bambino è sempre un'occasione di grande crescita in maturità, in spiritualità, un cambiamento profondo, si tocca una presenza del Signore. Cosicché l'accostamento tra la nascita di un bimbo in una casa, in rapporto con la nascita di Gesù di Betlemme, per chi ha una fede cristiana, dà al bambino un tocco spirituale, un tocco divino. Per questo in questi giorni ripetiamo quella famosa frase di Sant'Ireneo:  “Dio si è fatto uomo, perché l'uomo diventasse dio”.

Chi potrebbero essere i Re Magi dei giorni nostri?
I Re Magi nei giorni nostri possono essere rappresentati da tanti uomini di cultura onesti, desiderosi di indagare, di scoprire. Ce ne sono grazie a Dio da per tutto, anche tra la gente più semplice, non solo tra i grandi nomi, anche a livello semplice si trovano delle persone in ricerca
che scoprono al di là delle apparenze, al di là degli standard tradizionali, qualcosa di più vero, di sostanziale, di più essenziale, più comune. Mi piacerebbe individuare questi magi e quando ho la fortuna di scoprirli entro facilmente in dialogo con loro perchè questa è la mia passione da missionario.

C'è bisogno di Gesù bambino nelle nostre vite?
Certamente. Non è per lamentare una tradizione che si sta perdendo, ma piuttosto per proporre nei nostri giorni il messaggio del Natale, del Dio Salvatore, del Dio fatto uomo, che s'incarna nelle nostre realtà e situazioni per trasformarle e farle crescere in quella speranza che si trova in fondo al cuore di ognuno di noi.


Kumari Peraldo

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