Arrivederci Rocco e arrivederci Aosta!

 

Non è un addio, ma solo un arrivederci, si dice che stiano già lavorando ai prossimi libri

schiavone-roccofotogr2x530

Siamo giunti al termine, a questo punto prima stagione, delle vicende del vice questore Rocco Schiavone. Non tutte le puntate sono state trascinanti, ma visto che mi sono presa lo sfizio di leggere proprio il libro da cui è stato tratto l'ultimo episodio, posso onestamente dire che la trasposizione sul piccolo schermo è stata fedele.

Sentiremo la mancanza di questo personaggio così umano, a tratti anche troppo. Bisognerebbe conoscere bene i romani per capire che lui probabilmente lo è da 7 generazioni: supponente, arrogante, spesso fuori le righe, greve sovente nel linguaggio, ma con un cuore grande, capace di amare incondizionatamente, pur rimanendo ruvido.

La sincerità e la sua audacia, nel portare a termine i casi anche più complessi, hanno reso Rocco un vero mito avvicinandolo nell'immaginario collettivo ai miti degli anni 80 come il Tenente Colombo. Fautore di una giustizia del tutto personale. Portatore 'sano' di cinismo di facciata. Nonostante ciò si fa volere bene, sa farsi perdonare senza premeditazione.

È sempre sé stesso, non si adegua alla città che lo ospita, Aosta, di cui abbiamo apprezzato tutto. Le montagne che la incastonano, la piazza centrale, i vicoli, la neve che la rende magica per molti mesi all'anno, tanto 'amata' e odiata da Rocco. Sappiamo che mentre ci sono ogni sorta di cornetti: con crema farina integrale miele o cioccolato, non vi aspettate di trovare un tramezzino. Neanche fatto male, non c'è! Questo sorprende, visto che sono una specialità che ha travalicato i confini della capitale per approdare ovunque... quasi ovunque NON ad Aosta. Probabilmente questa signora delle nevi non ne ha bisogno, sa essere autonoma anche in questo!

Ieri, in fine stagione, è uscita la parte più umana del protagonista: il senso di colpa per la morte di Adele, compagna del suo più caro amico, e per associazione anche della morte di Marina, la moglie, della quale ieri sera, finalmente, se ne è saputo la sorte: uccisa dal fratello di chi ha ucciso, per vendetta, anche l'amica di Rocco. La ricerca di quest'uomo è stata a tutto campo, su due livelli: il vice questore, in solitaria nascondendolo anche al comando, il suo amico Sebastiano, compagno della vittima, che vuole arrivare per primo all'assassino. Un episodio più articolato con un finale aperto che lascia intendere che potrebbe, e  ce lo auguriamo in molti, una prosecuzione.

Alla fine di questo mio parlare vorrei fare qualche piccola annotazione a tergo di tutte queste chiacchiere, sul prodotto finale. Il cast: è stato il vero punto debole dell'opera: a fronte di  un Giallini perfetto, i comprimari sono appena sufficienti fatta eccezione per il medico patologo e il vice ispettore donna, gli altri addirittura mediocri e un po' troppo macchiette. I dialoghi possono anche essere non piaciuti a tanti, perché troppo gergali, di contro sono fedeli al testo. Ambientazione perfetta, perfetta perché anche questa fedele a quanto narrato da Manzini e perfetta perché Manzini ha dato un volto una vita una realtà ad una città ai margini, non solo fisici, che tira fuori la sua vera natura... aspra contraddittoria ma dannatamente bella come il suo ospite romano, che l'ha portata agli onori, giusti onori, del piccolo schermo.

 

Tiziana Tuzza

Pin It

Articoli più letti su Aostaoggi.it

 

-  STRUMENTI
app mobile

 

Società editrice: Italiashop.net di Camilli Marco
registrata al Tribunale di Aosta N° 01/05 del 21 Gennaio 2005
P.IVA 01000080075