La Sezione della Corte dei Conti rileva «stratificazione di errori» e «criticità di avanzamento procedurale, finanziario e fisico» nel maxi progetto Pnrr da 20 milioni di euro

L'attuazione di Agile Arvier è ancora costellata da «criticità di avanzamento procedurale, finanziario e fisico che pongono la completa realizzazione di tutte le Azioni progettuali in un quadro caratterizzato ancora da margini di incertezza». Non lascia spazio a interpretazioni la relazione dalla Sezione regionale di controllo della Valle d'Aosta della Corte dei Conti sullo stato del progetto finanziato con 20 milioni di euro dal Pnrr tramite il bando per l'attrattività dei borghi.
La Sezione lo scrive nero su bianco sull'ultimo suo rapporto su Agile ARvier: «Il Comune di Arvier ha maturato, ancorché con un ritardo non trascurabile rispetto ad evidenze oggettive che avrebbero dovuto condurre a più tempestive e responsabili valutazioni, la consapevolezza dell'impossibilità di realizzare l'intero progetto entro il termine del 30 giugno 2026, da ultimo prorogato al 31 agosto 2026».
Già in precedenza la Sezione aveva segnalato come il maxi finanziamento con fondi pubblici rischiasse di trasformarsi in un boomerang per l'ente. Le procedure da seguire sono complesse, il personale a disposizione poco e, trattandosi di un progetto legato al Pnrr, non rispettare le scadenze significa esporre il bilancio comunale ad un rosso di milioni di euro.
Un esempio di questo rischio è contenuto nel più recente dei rimaneggiamenti apportati al pacchetto di interventi, approvato in estate: l'eliminazione dell'Azione Maisons coltiving coworking/Maison Luboz. Lo stralcio dell'opera vale 2,5 milioni di euro, non risparmiati bensì riassegnati ad altri interventi, ma per la progettazione era già stati spesi 300mila euro «per la cui copertura il Comune ha dovuto attingere a risorse del proprio bilancio». La modifica approvata inoltre ridimensiona il Museo del futuro Alpino togliendo circa 1 milione «senza, tuttavia, che vi sia una riduzione del finanziamento totale assegnato, che resta pari a 20 milioni di euro».
Considerata la situazione nella sua interezza, il «Collegio conserva forti perplessità che emergono confrontando le scelte operate dal Soggetto attuatore in sede delle diverse rimodulazioni progettuali, le quali, allo stato attuale ingenerano forti dubbi sulla reale possibilità di utilizzare tutte le risorse finanziarie assegnate entro il termine conclusivo del PNRR».
Secondo la relazione, al 31 luglio scorso le somme pagate ammontano a 1,7 milioni sui 20 del finanziamento.
La Sezione di controllo ritiene che «l'utilizzo delle risorse pubbliche, nel caso di specie anche piuttosto ingenti, avrebbe dovuto imporre sin dall'inizio un approccio diverso, profondamente radicato al principio di buon andamento dell'azione amministrativo contemplato all'art. 97 della Costituzione».
«Le perduranti difficoltà - dice ancora la Sezione di controllo - rappresentano l’esito di una stratificazione di errori non solo ex-ante, dovuti all’assenza di una valutazione di impatto organizzativo, ma anche in itinere, riconducibili a sottostime delle risorse umane necessarie».
E la relazione contiene un giudizio conclusivo ancora più duro: «non è possibile», si legge, «non sottolineare un agire caratterizzato da profili di imprudenza e superficialità, specie nell'aver sottovalutato sin dall'inizio l'impatto organizzativo che l'attuazione del progetto avrebbe comportato».
Elena Giovinazzo



