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Intervista ad Augusto Rollandin

Conferma la sua candidatura al Senato per l'Union Valdôtaine durante le prossime elezioni politiche?
Alcuni mesi fa il movimento ha creduto opportuno convocare prima le sezioni per chiedere qual era l'orientamento sul candidato unionista per le politiche del 9 aprile e poi convocare l'organo decisionale stesso, che è il Conseil Fédéral, per portare la proposta che era emersa dalle sezioni. Fatta la consultazione - io ho incontrato anche i presidenti di sezione per stendere un rapporto dell'attività svolta in questi 5 anni - il Conseil si è espresso per il rinnovo della mia candidatura, con soli due voti contrari e due astensioni, tra cui la mia. Ho preso atto di questo e come rappresentante dell'Union faccio parte della commissione politica che vuole far sì che la coalizione valuti tutte le opportunità per eleggere i membri al Parlamento e alla Camera.

Parlava di alleanze e di forze che contribuiscono ad eleggere il rappresentante al Senato e alla Camera: i Ds hanno abbandonato il tavolo delle trattative con l'Union Valdôtaine: cosa sta accadendo?
Abbiamo appreso di questa decisione: francamente siamo un po' sorpresi perché l'unico punto delle trattative portato avanti con decisione era il problema della candidatura di un rappresentante alla camera per i Ds. Non si è tenuto conto del discorso che avevamo fatto, cioè di un progetto allargato a più forze politiche, dal momento in cui si tratta di un'elezione in un collegio uninominale. Noi l'avevamo posto in termini di alleanze che tengono conto dei rapporti storici a livello di gestione amministrativa, sia di rapporti tra Regione e i principali comuni della Valle d'Aosta. Purtroppo la decisione assunta, anche se a maggioranza, porta a prevedere un percorso diverso. Di questo noi prendiamo atto con rammarico perché questa scelta verrà valutata, già nei prossimi giorni, da parte degli organi competenti.

Nelle ultime elezioni amministrative l'Union Valdôtaine ha raccolto la maggioranza assoluta dei consensi in Valle: da quel momento sono cominciate le difficoltà ed è sorta "Aosta Viva", ora diventata "Valle d'Aosta Viva". Cosa accade a questo partito che rappresenta la maggioranza assoluta degli elettori della Valle? C'è crisi o c'è "un'influenza che guarirà con la primavera"?
Ci sono indubbiamente dei problemi, c'è una situazione che non sempre è facile da gestire perché il successo alle regionali nelle quali la gente si è espressa in maniera compatta, dando il consenso all'Union che di fatto potrebbe governare da sola la regione, ha avuto come conseguenza qualche difficoltà interna, legata molto spesso alle scelte dei vari amministratori. Questo fatto purtroppo è fisiologico in tutti i partiti e i movimenti e in questo momento tocca l'Union. Gestire la situazione non è facile, è evidente che, in un movimento grande come il nostro, in forte crescita, ci siano problemi, piccole contestazioni, qualcuno che non è completamente soddisfatto della situazione, che ha l'esigenza di trovare altri spazi. Molto spesso, e a fronte di personalismi e situazioni che cercano di ricollegarsi a tutto ciò che viene visto come la parte più critica e negativa, queste persone vengono "coagulate" da chi si pone in alternativa, non con progetti seri che individuino un percorso diverso, ma facendo riferimento ai moralismi e all'etica, come se il comportamento e il fatto di avere seguito per un certo numero di anni alcuni ideali, non faccia parte dell'etica. Pertanto, o gli ideali non c'erano già prima, era tutto un falso, oppure c'erano e allora non si capisce perché gli stessi si vogliano portare dall'altra parte: è solo un fatto personalistico e niente di più.
Questo è un aspetto che è evidente e che non esiste solo nell'Union, ma anche nella maggioranza dei partiti politici in Regione. E' in piccolo quello che succede a livello nazionale. Anche noi dobbiamo conviverci, vedremo quali sono gli sviluppi.

Marco Camilli
4 febbraio 2006

 
 

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