Uv e Sa presentano un documento di sostegno a Marco Viérin con sole 17 firme e Rollandin propone una nuova fase di confronto politico "alla luce del sole"
AOSTA. Il presidente della Regione chiede all'opposizione una fiducia a scatola chiusa, l'opposizione gliela concede e in Consiglio Valle "scoppia" la pace.
Così possono essere riassunte le prime due ore di lavori del Consiglio regionale, iniziato stamane con la presentazione da parte di UV e Stella Alpina di un documento che conferma la fiducia al presidente del Consiglio regionale Marco Viérin firmato, a sorpresa, da soli 17 consiglieri. La maggioranza ufficialmente non c'è più.
Alla richiesta dell'opposizione di votare il documento è seguita una lunga sospensione per un confronto tra le forze politiche.
«Chiediamo di soprassedere a questo tipo di votazione» ha detto Augusto Rollandin intervenendo dopo la ripresa dei lavori. «Non stiamo cercando di guadagnare tempo. E' iniziata una fase di contatto tra partiti e movimenti che devono trovare la capacità di dare gambe a questa nuova fase», ha aggiunto. «Chiediamo questa disponibilità per vedere se riusciamo a traduciamo in fatti ciò che stiamo dicendo. Altrimenti non so immaginare le conseguenze. La soluzione del voto molte volte è una "non soluzione"».
Il presidente della Regione ha auspicato una «evoluzione di rapporti» tra le forze politiche, «altrimenti resteremo sempre in fasi ambigue, con aspetti che la gente non capisce. Se valutazioni devono essere fatte, queste devono avvenire alla luce del sole».
Parole di improvvisa distensione che tutta l'opposizione, solitamente sul piede di guerra, ha subito accolto.
«A Viérin non chiederemo di procedere con l'approvazione del documento, ma vogliamo che tutto venga fatto in modo serio, che il tavolo politico non si trascini all'anno che verrà» ha detto Luigi Bertschy (Uvp).
«Per tradurre in fatti ciò che ci stiamo dicendo dobbiamo essere molto chiari e dire a tutti i valdostani che si chiude una fase e se ne apre una nuova, che può avvenire solo alla luce del sole e con nuovi metodi di lavoro» ha affermato Albert Chatrian (Alpe). «Già ieri mattina - ha aggiunto - la maggioranza ha aperto la crisi in V Commissione sul JB Festaz: tutti abbiamo condiviso e siamo convenuti sul fatto che non potevamo stare giornate e giornate a discutere su 500 euro quando la Giunta ha "scaricato" un atto di 60 milioni di euro senza condivisione né confronto».
Raimondo Donzel (Pd-Sinistra VdA) ha spiegato non solo di aver «apprezzato la volontà di iniziare un dialogo serio a partire dai contenuti», ma ha anche dato la disponibilità del gruppo a «favorire i rapporti» con il governo Renzi per discutere i dossier che riguardano la Valle d'Aosta «indipendentemente da questo percorso» di condivisione.
Apertura anche dal M5s: «Mi associo a quanto detto dai colleghi» ha dichiarato Roberto Cognetta. «Siamo piacevolmente sorpresi, speriamo non sia soltanto un passaggio per prendere tempo. Anche noi saremo pronti in qualsiasi momento a portare le nostre idee per risolvere i problemi», ha assicurato.
La prima conseguenza di questa "nuova fase" è stata evidente immediatamente dopo, quando l'Assemblea ha dovuto affrontare l'accettazione delle dimissioni della vice presidente del Consiglio regionale Marilena Peaquin Bertolin, eletta a sopresa lo scorso luglio. Un nodo politico che ha creato non pochi problemi nelle scorse settimane, eppure il voto è stato immediato e unanime: 32 "sì". Subito dopo si è proceduto con la sua sostituzione. Nessun dibattito, nessuno scontro: 18 voti a sostegno del candidato della maggioranza David Follien, 16 schede bianche e una nulla. Il consigliere unionista è quindi il nuovo vice presidente del Consiglio regionale... delle larghe intese?
Marco Camilli