Per ogni litro 0,99 euro di Iva e accise
Il prezzo del petrolio ha raggiunto il valore più basso dal dicembre 2008 eppure il pieno di benzina costa agli automobilisti italiani il 30% in più. La causa di questa netta discrepanza? "La componente fiscale", rileva la Cgia di Mestre.
"Se verso la fine del 2008 il peso dell'Iva e delle accise su un litro di benzina sfiorava i 75 centesimi - spiega il coordinatore dell'Ufficio studi Paolo Zabeo -, attualmente è pari a 0,99 euro al litro. In termini percentuali l'aumento della tassazione è stato del 32 per cento".
L'incremento non ha interessato solo l'Iva (passata dal 20 al 22 per cento) e le accise, ma anche il prezzo industriale. Se verso la fine del 2008 quest'ultima voce era pari a 0,365 euro al litro, in questi giorni il prezzo è salito a 0,461 euro (+ 26,4 per cento). Dai confronti con gli altri paesi europei emerge puntualmente come sui carburanti paghiamo tante tasse. Se su un litro di benzina acquistato in Italia il nostro prezzo industriale è pari a 0,461 euro, solo il 3 per cento in più rispetto alla media dei paesi dell'area euro, l'Iva e le accise costano 0,99 euro al litro, ben 14,2 punti percentuali sopra la media.
La Cgia chiede al Governo di intervenire e di eliminare tutta una serie di balzelli che gravano sul costo del carburante che non hanno più ragione di esistere: "un taglio della componente fiscale – segnala il segretario della Cgia Renato Mason – oltre agli automobilisti avvantaggerebbe anche i piccoli trasportatori, gli autonoleggiatori, i taxisti, i padroncini e gli agenti di commercio che per l'esercizio della propria attività il carburante costituisce una delle principali voci di costo"
Clara Rossi