Il 7 aprile è stato celebrato il 29° anniversario di quel lontano giorno di Pasqua del 1996 in cui un padre, che, da tempo, protestava contro la giustizia ingiusta, che non gli permetteva di vedere e stare con la sua adorata figlia, si è tolto la vita. Alla vigilia della festa cristiana, aveva salito le scale del tribunale per chiedere direttamente al presidente il diritto di poter vedere la figlia, nel giorno della festa cristiana, dato che gli era stata “tolta” la (allora) potestà genitoriale. Il presidente, che non si è rifiutato di parlare con lui, prima di accogliere la sua richiesta, dovrebbe aver telefonato, in sua presenza, alla madre della minore, chiedendole, presumibilmente, se poteva permettere l’incontro padre e figlia. La stessa dovrebbe aver risposto, in maniera presumibilmente negativa. Quindi, è crollata, per questo padre disperato, anche questa ultima sua illusione. Di conseguenza, ha ripreso a manifestare contro i dinieghi che non gli permettevano di stare con sua figlia in modo significativo, sia in piazza del comune che dinnanzi al tribunale, rispondendo con garbo, come sempre, anche a coloro che gli chiedevano le motivazioni della sua clamorosa protesta.
Ancora oggi alcuni cittadini continuano a chiedersi le ragioni per cui non venne accolta dalle autorità giudiziarie la sua richiesta di vedere la figlia, le ragioni della sua fuga con la figlia in Francia, il conseguente carcere e le ragioni delle denunce per stalking (poiché telefonava continuamente alla moglie per chiederle di fargli vedere la bambina). Non entriamo in merito alle scelte fatte dai vari giudici, ma diciamo solo che la legge dovrebbe essere applica nello stesso modo – sempre – per tutti. La giustizia ha seguito la sua via, che, allora come oggi, non sempre risulta essere rispettosa dei sentimenti di ambedue i genitori e del superiore interesse dei minori, che, comunque, non possono essere oggetto di vendette e di punizioni verso un genitore.
I genitori, se sbagliano nell’esercizio della genitorialità, non vanno emarginati dalla vita dei figli e tantomeno puniti per il loro affetto (talvolta eccesivo) verso i minori, ma, al contrario, vanno aiutati dalla società e dai tribunali, dalla politica e dai servizi sociali a fare i genitori, senza alcun preconcetto di genere e senza coartare i diritti di ciascuno di loro e, soprattutto, i diritti dei bambini, punendo non il genitore spesso reso impotente dai tribunali e dai servizi sociali, quasi sempre il padre, ma rendendo innocuo quello che, con astuzia e superiorità affettiva, mette i figli conviventi e, quindi, facilmente manovrabili, contro quello non collocatario. Purtroppo, però, la legge non sempre è applicata allo stesso modo, come le cronache quotidiane continuamento ci ricordano, e, spesso, viene interpretata con molta discrezionalità sia ad Aosta, che a Torino che in tanti altri Palazzi di Giustizia, come sempre la stampa ci ricorda quotidianamente.
Lunedì, in molti hanno preso parte al Flash mob dinnanzi al tribunale, con il deposito di una corona di fiori, organizzato dalla Lega. Erano presenti tante persone, commosse e spiritualmente compartecipi del dramma vissuto da questo padre, ignorato allora come oggi, dalle istituzioni e dalla maggior parte dei cittadini, boicottando come offensivo (a chi e perché?) il gesto di deporre dei fiori sul luogo esterno del tribunale o mettere una stele in ricordo del suo gesto nel giardino pubblico (di proprietà della Regione) antistante il tempio sacro della giustizia, come dedicargli una via, come in tanti valdostani hanno richiesto.
Il convegno che è seguito, sul tema della Tutela dei minori nella separazione, organizzato sempre dalla Lega, con l’intervento dell’on. Simonetta Matone, già Sostituta Procuratore presso il Tribunale dei minori di Roma, ha trattato il tema della tutela del genitore debole nella separazione (dott. Andrea Manfrin), del mancato affido paritetico (avv. Francesco Valentini), della tutela della bigenitorialità (avv. Paolo Sammaritani). Il dott. Andrea Pieri, vicepresidente dell’Associazione Genitori Separati per la Tutela dei Minori (aps), ha introdotto i lavori e coordinato il vivace dibattito che ne è seguito.
Sono già in cantiere, con il coordinamento dell’Associazione, iniziative per ricordare il 30° anniversario del suicidio di Antonio Sonatore, con un convegno e una tavola rotonda, a cui parteciperanno psicologi e magistrati, politici ed esponenti di importanti associazioni nazionali che operano nella tutela dei minori e dei loro genitori. Verrà curata una pubblicazione per ricordare questa figura, conosciuta nel mondo (eccetto che ad Aosta, dove predominano altre logiche servilistiche), e che, proprio in ricordo del gesto di Antonio Sonatore, il 7 aprile, è divenuta, in tutto il mondo, la giornata dedicata alla memoria dei padri separati che si sono tolti la vita. E’, purtroppo, la giornata della sconfitta della società, tutta, che non riesce (o che non vuole riuscire?) a tutelare i diritti dei minori e dei genitori, soprattutto quello estromesso dalla vita dei figli, nè a punire i responsabili di questi nefasti avvenimenti.
La disperazione ha sempre una causa ed è sempre riconducibile a dei responsabili e, quasi sempre, è riconducibile al rifiuto delle istituzioni e della società, che non riesce o non vuole comprendere la profondità dei drammi umani. Non poter fare il padre, per una serie di motivi che coinvolgono tante persone e troppi interessi di parte, è il motivo scatenante dei tanti padri, che, impotenti e sopraffatti dalla giustizia ingiusta, si abbandonano al suicidio, come ultimo gesto di protesta. La Valle d’Aosta ne ha un triste primato.
A tutti coloro che hanno materiale e testimonianze su Antonio Sonatore – e sappiano che sono molti – chiediamo di chiamarci per ricostruire la vita di un professionista della formazione dell’infanzia e vittima della cattiveria e dell’indifferenza delle istituzioni che lo hanno portato o, forse, indotto al gesto estremo: il suicidio. Chiunque può contattarci al 347.6504095 o scrivere a
A cura dell’Associazione Genitori Separati per la Tutela dei Minori (aps)