Sovrappeso e obesità, due condizioni prevenibili con le giuste abitudini quotidiane

La Salute su Aostaoggi.it, a cura del dott. Franco Brinato


AOSTA. L'obesità è uno dei principali problemi di salute pubblica nel mondo occidentale perché rappresenta un forte fattore di rischio per molte malattie croniche, quali il diabete, malattie cardiovascolari e tumori. La causa nella maggior parte dei casi è uno stile di vita scorretto, con eccesso di cibo e scarsa attività fisica.

L'obesità causa circa 2,8 milioni di morti all'anno nel mondo e si classifica come quinto fattore di rischio per mortalità globale e come la seconda causa di morte dopo il fumo.

Che cosa è l'obesità?

L'obesità è una condizione medica caratterizzata da un eccessivo accumulo di grasso nell'organismo che comporta effetti negativi sulla salute con una conseguente riduzione dell'aspettativa di vita.

Come si fa a capire se si è in sovrappeso o obeso?

Esistono diverse tecniche di valutazione che aiutano ad esprimere in termini quantitativi le condizioni di sovrappeso/obesità. Di queste, quella più accreditata e più utilizzata, è l'indice di massa corporea (IMC). L'IMC è il valore numerico che si ottiene dividendo il peso (espresso in Kg) per il quadrato dell'altezza (espressa in metri).

Secondo le definizioni dell'Organizzazione mondiale della sanità (OMS) si parla di:

  • Sovrappeso = IMC da uguale o superiore a 25 fino a 29,99
  • Obesità = IMC uguale o superiore a 30

Esempio un soggetto che pesa 100 kg ed e alto 1,70 il suo IMC è dato da 100 diviso 1,70 x2

obesitàPerché si ingrassa?

I fattori che favoriscono l'obesità e il sovrappeso sono principalmente le abitudini alimentari sbagliate, la sedentarietà, fattori culturali e genetici, alcune malattie come la disfunzione della tiroide.

L'eccesso di alimentazione in rapporto al consumo energetico incide per il 45%. Oggi si consumano cibi più ricchi di calorie (per lo più zuccheri e grassi) rispetto al passato e ci si muove sempre meno. Tuttavia studi scientifici hanno dimostrato che l'origine genetica pesa per il 25% nella manifestazione dell'obesità. I figli nati da uno o entrambi i genitori obesi hanno probabilità maggiore di sviluppare la malattia rispetto a figli nati da genitori sani. A tale proposito studi recenti hanno dimostrato negli obesi la carenza di alcune sostanze come la leptina, un ormone che regola il senso di sazietà a livello cerebrale, codificata da un gene OB. In sostanza, una produzione priva di questa proteina riduce il segnale di sazietà da parte del cervello e l'individuo tende a mangiare di più.

Oltre alla predisposizione genetica, ad incidere per il 30% sullo sviluppo dell'obesità vi sono anche cause ambientali e socio-culturali. Soprattutto nelle società del mondo occidentale, le statistiche mostrano che la percentuale di obesi aumenta al diminuire del livello d'istruzione. Nelle fasce di popolazioni culturalmente meno formate è anche meno diffusa l'attività fisica, fondamentale per limitare o evitare il rischio di ingrassare troppo.

Esistono anche differenze di genere e di carattere etnico che determinano una predisposizione all'obesità. Le donne africane, ad esempio, sono fra i soggetti più suscettibili allo sviluppo di questa condizione.

Altre cause comuni di sovrappeso e obesità e la disfunzione della tiroide (ipotiroidismo), l'uso di alcuni farmaci (antidepressivi, antipsicotici, cortisonici, pillola anticontraccettiva) possono indurre un aumento di peso.

Quali sono le complicanze dell'obesità?

Obesità e sovrappeso sono condizioni associate ad elevata mortalità e rappresentano un importante fattore di rischio per diverse malattie. L'obesità predispone a:

  • Malattie cardiovascolari (in particolare infarto e ictus), dovuti all'aterosclerosi, malattia degenerativa delle arterie dovuto all'accumulo di grassi nelle parete dei vasi;
  • Incidenti trombo embolici, dovuti all'aumento della coagulazione del sangue per diminuzione della concentrazione dell'antitrombina III, il maggior anticoagulante presente nel nostro organismo. Non è chiara la sua diminuzione nell'obesità, ma si è dimostrato che l'antitrombina III ritorna a valori normali con la riduzione del peso;
  • Ipertensione arteriosa;
  • Diabete mellito di tipo 2;
  • Rischio di tumori dell'utero e della mammella, nella donna, influenzato dall'aumento degli estrogeni che si formano dalla trasformazione dei grassi della dieta. Nei maschi obesi è incrementato il rischio di tumori della prostata e dell'intestino, forse in dipendenza dei fattori dietetici (aumento consumo dei grassi animali);
  • Aumenta anche il rischio di malattie della colecisti (calcoli) e delle malattie muscolo-scheletriche (in particolare artrosi degenerativa).

Apnee notturne

Altra manifestazione e complicanza nell'obesità è la sindrome dell'apnee notturne (detta anche SAS, da Slip Apnea Syndrome). Gli obesi russano facilmente quando dormono e più comunemente presentano nel sonno periodi di apnea (arresto del respiro) che durano più di 10 secondi. La sindrome delle apnee notturne predispone ad aritmie cardiache in grado anche di condurre a morte improvvisa, oltre che a malattie cardiovascolari, come l'infarto e l'ictus cerebrale.

Come si fa la diagnosi di obesità e sovrappeso?

Nel valutare una persona in sovrappeso o obesa è necessario capire la quantità e la distribuzione del grasso corporeo. I metodi sono diversi.

L'indice di massa corporea (IMC ) permette di fare diagnosi di sovrappeso e obesità, ma non dà informazioni sulla distribuzione, né sull'esatta quantità del grasso corporeo (un atleta con una massa muscolare elevata può avere un IMC elevato pur non essendo obeso, al contrario un anziano con scarsa massa muscolare può avere un eccesso di grasso corporeo pur avendo un IMC normale). L'Indice di Massa Corporea (IMC, kg/m2) si calcola: dividendo il peso, espresso in kg per il quadrato dell'altezza, espressa in metri, come indice indiretto di accumulo di grasso.

A seconda dell'IMC si definiscono le seguenti categorie:

  • IMC < 16: grave magrezza;
  • IMC tra 16 a 18,49: sottopeso;
  • IMC tra 18,5 e 24,99: normopeso;
  • IMC tra 25 e 29,99: sovrappeso;
  • IMC tra 30 e 34,99: obesità classe 1;
  • IMC tra 35 e 39,99: obesità classe 2;
  • IMC > 40: obesità classe 3.

La distribuzione del grasso può essere valutata con la plicometria cutanea (la misurazione dello spessore delle pieghe cutanee in diversi distretti corporei, ). Un individuo è definito obeso se lo spessore della piega cutanea della coscia più quello della piega sottoscapolare supera i 45 millimetri nei maschi e i 69 millimetri nelle femmine.

Anche l'uso di alcuni esami strumentali quali l'ecografia, la TAC o la risonanza magnetica può valutare la quantità del grasso "nascosto" all'interno dell'addome, cioè del grasso "viscerale" che è il più pericoloso dal punto di vista metabolico e del rischio cardiovascolare. Un altro metodo per diagnosticare il sovrappeso e l'obesità, è misurare la circonferenza del punto vita. Una circonferenza superiore a 94 cm negli uomini e a 80 cm nelle donne è considerata patologica.

Oltre a definire il grado di obesità, è necessario definire il tipo di obesità per meglio calcolare il rischio di complicanze. A tale scopo può essere utilizzato la distribuzione del grasso sul torace sull'addome e sulle gambe. E' noto, infatti, che esistono individui obesi sul torace e sull'addome e poco sugli arti (obesità androide o a mela) ed altri che lo sono più sul bacino e sulle cosce (obesità ginoide o a pera). I primi hanno una maggiore tendenza a sviluppare complicanze cardiovascolare e diabete. E' perciò opportuno misurare la circonferenza del torace e dei fianchi.

In una persona obesa, un rapporto tra questi due valori maggiore di 0,85 è indice di un'obesità androide, mentre un rapporto inferiore a 0,76, è tipico di unna obesità ginoide. Il rischio d'infarto o d'ictus cerebrale è particolarmente alto per gli uomini con un rapporto superiore ad 1 e per le donne con rapporto superiore a 0,8. Le misurazioni possono essere rilevati facilmente con un metro da sarta misurando prima la circonferenza del torace all'altezza dei capezzoli, e poi la circonferenza all'altezza dei fianchi. Ottenuti i valori, si fa il rapporto:

obesità


La valutazione del paziente obeso deve comprendere, per meglio calcolare il rischio, anche la determinazione di alcuni ormoni nel sangue (come quelli della tiroide), il colesterolo e i trigliceridi, la misurazione della pressione arteriosa e l'abitudine al fumo.

Come si cura l'obesità?

Obesità non grave (IMC tra 30 e 34,99, obesità classe I)

è basato fondamentalmente sulla riduzione dell'apporto calorico dietetico e un regolare ed adeguata attività fisica. La dieta per la riduzione del peso deve essere personalizzata e prescritta da uno specialista. Prevede genericamente l'utilizzo di frutta e verdura, riduzione di pasta e pane e l'utilizzo come fonte di proteine, carni e pesce. Vanno assolutamente evitati zuccheri e bevande alcoliche.

L'attività fisica va iniziata in maniera graduale (soprattutto per i più sedentari), camminata a passo veloce per 10-15 minuti, e aumentando gradualmente, fino a raggiungere almeno i 30 minuti il giorno, 5 giorni a settimana.

Qualche piccolo accorgimento può contribuire a mantenere un livello adeguato di attività fisica: non prendere mai l'ascensore, ma fare le scale, andare a fare la spesa a piedi, evitare di usare l'autovettura per coprite brevi distanze.

Prima di qualsiasi dieta è necessario sottoporsi ad esami del sangue per escludere patologie secondarie come le disfunzioni della tiroide.

Obesità grave (IMC > 40) o in quelli con IMC > 35

Una scelta di trattamento, è rappresentata dalla chirurgia bariatrica (chirurgia dell'obesità). Nonostante i grandi progressi di questa branca della chirurgia, il tasso di mortalità rimane dell'ordine dello 0,5-2% e non mancano le complicanze a breve e lungo termine. Per tale motivo, l'intervento è da destinare a casi molto selezionati, a soggetti su cui tutti gli altri tentativi di trattamento sono falliti e su cui coesiste obesità grave associata a complicanze (ad es. la sindrome delle apnee da sonno grave, diabete non controllato, ipertensione arteriosa grave) e che possono trarre beneficio da un'importante perdita di peso.

Come prevenire l'obesità?

L'obesità è causata nella maggior parte dei casi da stili di vita scorretti: da una parte un'alimentazione scorretta ipercalorica e dall'altra un ridotto dispendio energetico a causa d'inattività fisica. L'obesità è quindi una condizione ampiamente prevenibile. Un'alimentazione corretta, uno stile di vita sano e l'attività fisica sono la difesa migliore per contrastarla, nonostante la predisposizione genetica. L'obiettivo può essere raggiunto attraverso campagne di sensibilizzazione rivolte alla popolazione da parte dell'autorità competenti come il ministero della salute, le ASL e le scuole attraverso la realizzazione di progetti di formazione alla salute.

Consigli per prevenire il sovrappeso e l'obesità:

  • mangiare lentamente e masticare molto, aumenta e stimola il senso di sazietà;
  • fare una buona colazione la mattina prima di uscire da casa a base di cereali e latte;
  • limitare il consumo di zuccheri e grassi animali;
  • aumentare il consumo di verdure, legumi, cereali integrali e, in generale cibi freschi;
  • seguire una dieta variata, riducendo le porzioni, nel caso in cui si voglia perdere peso;
  • limitare l'assunzione di alcol;
  • fare la lista della spesa acquistando il meno possibile cibi già preparati;
  • andare a fare la spesa solo dopo aver mangiato uno spuntino (il senso di fame tende a far acquistare cibi preparati ed ipercalorici);
  • fare una regolare attività fisica: gli adulti dovrebbero fare almeno 30 minuti/giorno per 5 volte/settimana di attività fisica (camminare a passo veloce, andare in bicicletta, nuotare, ballare, fare giardinaggio ); usare le scale invece dell'ascensore, i bambini almeno 60 minuti/giorno; nel caso in cui si desideri perdere peso, il livello di attività fisica dovrà essere gradualmente incrementato.

 


dott. Franco Brinato
specialista in Medicina d'Emergenza Urgenza e Medicina Termale e dirigente medico di Medicina d’Urgenza e Pronto Soccorso

 

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