Rai: 63 anni...e non dimostrarli

Rai: 63 anni...e non dimostrarli

 

Il 3 gennaio 1954, sessantatré anni fa, iniziavano ufficialmente le trasmissioni televisive della Rai-Radio Televisione Italiana, su un unico canale

E' Fulvia Colombo, la prima signorina buonasera, a inaugurare le trasmissioni di quella che poi sarebbe diventata Rai 1 e che allora si chiamava Programma Nazionale. Lo stesso giorno va in onda il primo telegiornale, antesignano dell'attuale Tg1. Anche la Domenica Sportiva va in onda per la prima volta, alle 23.15, con le immagini della partita Inter-Palermo: la Domenica Sportiva, trasmessa ancora oggi, è dunque il programma più longevo della televisione italiana.

Una data che fa la Storia, l'"apparecchio" fa il suo ingresso nei tinelli o nei soggiorni degli italiani più agiati, conquista una storica copertina della Domenica del Corriere firmata da Walter Molino, con un papà che tiene sulle ginocchia il figlio e con lui segue in tv una partita di pallone. Immagini in bianco e nero, segnale un po' ballerino, nei primi mesi dell'anno - dopo un periodo sperimentale - gli abbonati sono 24 mila, nel giro di quattro anni si supera il milione. E in dieci anni i milioni di abbonati diventano cinque.

Inizia da lì l'infinita lista di palinsesti e di programmi che hanno accompagnato e fatto la storia del Paese, dal mitico Lascia o Raddoppia? condotto da Mike, programma-simbolo dell'unificazione del paese via cavo e fenomeno di costume che all'epoca catalizzò l'attenzione di moltissimi telespettatori, al teatro d'autore (il 30 dicembre del 1954 esordisce in tv Eduardo De Filippo con Miseria e nobiltà di cui firma anche la regia) a Il musichiere di Mario Riva. E poi gli sceneggiati, lo sport, i programmi che aiuteranno gli italiani analfabeti (Non è mai troppo tardi con l'indimenticabile maestro Manzi in onda dal novembre del '60) e quelli per bambini (il primo programma per i più piccoli Zurlì, mago del giovedì, con Cino Tortorella, va in onda dal 1957, lo Zecchino d'Oro arriverà nel '59). Carosello, con il suo teatrino, in onda tutte le sere dopo il telegiornale, arriva il 3 febbraio del 1957, l'anno d'esordio di Rin Tin Tin. Il '58 è  la volta di Canzonissima (vince Nilla Pizzi con L'edera) e del Festival di Sanremo (la vittoria a Domenico Modugno con Nel blu dipinto di blu).

Vorrei dedicare un po' più di attenzione a quelli che appunto venivano chiamati 'sceneggiati' oggi invece si chiamano 'fiction'. Pochi sicuramente sanno che il primo risale al 1956 e fu 'Cime Tempestose', del 1964 è 'La Cittadella' splendida storia di Cronin su un medico condotto con uno strepitoso Alberto Lupo. Un altro libro portato in tv fu nel 1967 'I promessi sposi' che diede la notorietà a Paola Pitagora, che ritroveremo successivamente in 'A come Andromeda' e Nino Castelnuovo... che poi per decenni saltò una staccionata, facendo una pubblicità, per dimostrare la leggerezza di un olio neanche di oliva, ma di semi. Successivamente ci furono 'I Mulini del Po' con Tino Buazzelli e 'Anna Karenina' con una bellissima Lea Massari. Negli anni 70 venne il momento delle serie gialle che ci incollavano al piccolo schermo e aspettavamo una settimana per vedere la puntata seguente di 'Un certo Henry Brent' e 'Giocando a golf una mattina' e, per finire, del mio sceneggiato del cuore ' Il segno del comando' con Ugo Pagliai e Carla Gravina, tutti rigorosamente in bianco e nero e quasi tutti tratti da libri di grandi autori, che sono rimasti unici nel loro genere e dei quali ricordiamo tantissimi dettagli.

Cosa importantissima, sempre la RAI ha avvicinato le regioni di tutta questa Italia ancora così poco conosciute le une alle altre, quello che prima si leggeva solo sui giornali, o si ascoltava alla radio, adesso lo si poteva anche vedere. Fatti di cronaca o eventi. Chi non ricorda le immagini del funerale in diretta di Papa Giovanni XXIII, l'assassinio a Dallas del Presidente Kennedy; e chi non ricorda quella notte notte di luglio quando Tito Stagno quasi urlò 'Atterrato, l'uomo è atterrato sulla Luna' e Pizzul 'Campioni del mondo, Campioni del Mondo'. O le riprese dirette delle varie elezioni dei nostri presidenti della Repubblica.  Emozioni che avendo il riscontro di un'immagine si sono stampate nella nostra mente con un inchiostro indelebile.

Potrei concludere dicendo che allora era tutto meglio, meno urlato, meno.... meno tanto. Però non dimentichiamo che era l'inizio. E gli inizi sono sempre 'epici', 'ridondanti', 'evanescenti nei ricordi' ed il tempo ci fa ricordare il meglio. Tra 30 anni quando qualcuno, al posto nostro, ricorderà che la RAI compie 93 anni, dirà le nostre stesse cose...

 

Tiziana Tuzza

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