Istat: a gennaio disoccupazione in calo, ma nel 2014 ai massimi

Migliora la situazione giovanile, ma il 41,2% resta senza lavoro. Il premier: "avanti su scuola e banda larga"

lavoro-cartellino"Più 130mila posti di lavoro nel 2014, bene ma non basta. Ora al lavoro per i provvedimenti su scuola e banda ultra larga". Il premier Matteo Renzi coglie a caldo su Twitter il dato positivo dei nuovi numeri sulla disoccupazione diffusi dall'Istat. Anche se è proprio il premier ad avvisare che l'inversione di tendenza va consolidata e corroborata con un'azione di governo su più direttrici. L'hashtag scelto da Renzi è anche in questo caso "#lavoltabuona".

Sul fronte dell'occupazione, i dati parlano di una ripresa nel 2014 dopo due anni di calo: +0,4%, pari a 88.000 unità in confronto all'anno precedente, anche se il Sud mostra ancora una contrazione (-0,8%, pari a -45.000 unità). Anche in questo caso a preoccupare è la situazione giovanile: prosegue il calo degli occupati 15-34enni e dei 35-49enni (rispettivamente -148mila unità e -162mila unità), a fronte dell'incremento degli occupati con almeno 50 anni (+398mila unità). Il tasso di occupazione si attesta al 55,7%, +0,2 punti percentuali rispetto al 2013. Dopo la crescita del mese passato, a gennaio 2015 gli occupati sono 22 milioni 320 mila, sostanzialmente invariati rispetto a dicembre (+11 mila) ma in aumento dello 0,6% su base annua +131 mila). Il tasso di occupazione, pari al 55,8%, aumenta di 0,1 punti percentuali in termini congiunturali e di 0,3 punti rispetto a dodici mesi prima.

Tuttavia, i dati Istat mostrano che anche il 2014 è un anno nero per il lavoro, con la disoccupazione che continua a crescere sia in termini assoluti, con un aumento di 167.000 unità (+5,5%), sia in termini percentuali: nella media del 2014, il tasso di disoccupazione raggiunge il 12,7% in confronto al 12,1% di un anno prima (al Sud tocca il 20,7%), e ai massimi dal ‘77. Allarmante la situazione giovanile, con un aumento di 2,6 punti percentuali del tasso di disoccupazione, che arriva al 42,7%, con un picco del 58,5% per le giovani donne del Mezzogiorno. È quanto rileva l'Istat. A gennaio 2015 il numero di disoccupati, pari a 3 milioni 221 mila, diminuisce dello 0,6% rispetto al mese precedente (-21 mila) mentre aumenta dello 0,2% su base annua (+7 mila). Il tasso di disoccupazione è pari al 12,6%. Dopo il calo di dicembre, a gennaio il tasso di disoccupazione diminuisce ancora di 0,1 punti percentuali, tornando sullo stesso livello di dodici mesi prima. Il tasso di disoccupazione dei 15-24enni, cioè la quota di giovani disoccupati sul totale di quelli attivi (occupati e disoccupati) è pari al 41,2%, in diminuzione di 0,1 punti percentuali rispetto al mese precedente e di 2,0 punti nei dodici mesi.

Il ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, Giuliano Poletti, ha parlato di "risultato incoraggiante dopo diversi anni di caduta dell'occupazione, che - insieme ai segnali positivi di crescita della produzione industriale e della fiducia di imprese e consumatori - fa intravedere la possibilità di un 2015 migliore per l'occupazione e l'economia". A ciò si aggiungerà nei prossimi mesi - ha sottolineato - "l'effetto pieno delle misure varate dal governo con la riforma del lavoro e con la legge di stabilità per sostenere la ripresa e, in particolare, per favorire l'occupazione stabile". Nel 2014, la crescita dell'occupazione interessa in misura contenuta i lavoratori a tempo indeterminato (+18mila unità) e in modo più sostenuto i lavoratori a termine (+79mila unità). Prosegue a ritmo meno sostenuto il calo degli indipendenti (-9.000 unità). All'incremento dell'occupazione nell'industria in senso stretto (61mila unità, pari a +1,4%) si contrappone il persistente calo nelle costruzioni (-69mila unità, pari a -4,4%). L'occupazione cresce nel terziario (84mila unità, pari a +0,5%), anche se prosegue il calo di occupati nel commercio, nei servizi generali della pubblica amministrazione e nelle attività finanziarie e assicurative. Alla nuova discesa dell'occupazione a tempo pieno (-35mila unità, pari a -0,2%), si associa l'incremento di quella a tempo parziale (124mila unità, pari a +3,1%).

La popolazione inattiva tra 15 e 64 anni torna a diminuire (-233mila unità, pari a -1,6%). Alla riduzione degli inattivi non disponibili a lavorare (-503mila unità) si contrappone la crescita di coloro che cercano lavoro non attivamente o pur non cercando lavoro sono disponibili a lavorare (nel complesso +293mila unità). Crescono lo scoraggiamento e l'attesa degli esiti di passate azioni di ricerca (rispettivamente 173mila e 94.000 persone in più). Prosegue il calo degli inattivi non interessati a lavorare o ritirati dal lavoro (-372mila unità), concentrati in nove casi su dieci nella fascia di età tra 55 e 64 anni. Il tasso di inattività nella media del 2014 scende al 36,1%, con un calo di 0,6 punti. A gennaio 2015 il numero di individui inattivi tra i 15 e i 64 anni diminuisce dello 0,1% rispetto al mese precedente e dell'1,3% rispetto a dodici mesi prima. Il tasso di inattività si attesta al 36,0%, stabile in termini congiunturali ma in diminuzione di 0,4 punti su base annua.

 

Clara Rossi

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