«L'ospedale di Aosta non può venire a costare di più di uno costruito a Genova, Milano e Torino»
«L'ospedale di Aosta non può venire a costare di più di un ospedale costruito a Genova, Milano e Torino, strutture queste destinate a servire bacini d'utenza enormi e per noi impensabili». Così Orlando Navarra, segretario regionale di Noi Moderati Valle d'Aosta, interviene a proposito dei costi del progetto di ampliamento del Parini di Aosta.
In una nota accompagnata da una vignetta sull'"ospedale più caro d'Italia", Navarra ricorda che per la costruzione del nuovo corpo a Est dell'attuale nosocomio il costo preventivato «passa da 189 a 202 milioni di Euro» mentre c'è «nessuna notizia dei tempi e dei costi delle fasi 4 e 5 relative alla integrazione / ristrutturazione del vecchio Parini... dobbiamo aspettarci altri 200 milioni di Euro?», chiede. Secondo Navarra, «quando saranno chiari» i costi per le fasi 4 e 5 «sarà altrettanto chiaro che qualcuno ci "mangia"».
Quanto alle informazioni sulla durata dei lavori emersi nei giorni scorsi dalle audizioni in V Commissione del Consiglio regionale, Navarra aggiunge: «il tempo complessivo per tutte le fasi necessarie, gare d'appalto e realizzazione dell'opera, salvo ritardi ed imprevisti, sarà di quasi cinque anni (quindi considerando i tempi dei vari trenini di Cogne, dell'Università e dell'aeroporto possiamo stimarli tranquillamente in 20 anni)».
Ancora il segretario regionale di Noi Moderati: «questi amministratori, sono del mestiere? Si pongono delle domande? E se le propongono, le risposte gliele dà Paperino? In tutto ciò il Comune di Aosta si guarda bene dal dire qualcosa talmente impegnato a pedalare sulla sua fantastica pista ciclabile che ulteriormente penalizza la circolazione». Il riferimento sulla circolazione è ai cantieri in corso in questi giorni per la posa delle tubazioni a servizio del Parini. «È bastato un piccolo ed insignificante lavoro - si legge nella nota - nella zona attualmente occupata dall'ospedale, per mettere in crisi l'intera viabilità cittadina. Cosa accadrà dunque per i prossimi 20 anni?».
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