Ludopatia, respinto un altro ricorso contro il distanziometro

Il Consiglio di Stato sulla questione costituzionale della legge regionale contro il gioco d'azzardo

Consiglio di Stato

Il Consiglio di Stato ha respinto un nuovo ricorso riguardo alla chiusura di sale slot sul territorio regionale in seguito all'entrata in vigore del "distanziometro" introdotto dalla legge contro la ludopatia.

Anche in questo caso il ricorso riguarda una sala slot di Quart regolarmente attiva dal 2017 ma che nel 2019 si è vista revocare la licenza su provvedimento della Questura di Aosta in quanto troppo vicina a un luogo "sensibile" in base alla legge regionale entrata nel frattempo in vigore.

Il Tar della Valle d'Aosta nel 2020 aveva ritenuto «manifestamente infondata» la questione costituzionale e i giudici del Consiglio di Stato hanno condiviso questa conclusione. Già in passato, per altri casi, la Corte era intervenuta sullo stesso argomento precisando che la disciplina dei giochi leciti è sì di esclusiva competenza dello Stato, ma le misure di contrasto alla ludopatia adottate dalle Regioni sono legittime perché «prendono in considerazione principalmente le conseguenze sociali dell'offerta dei giochi su fasce di consumatori psicologicamente più deboli» e «pertanto, sono ascrivibili alle materie "tutela della salute" e "governo del territorio", nelle quali spetta alle Regioni e alle Province autonome una potestà legislativa concorrente».

Anche sui rilievi riferiti alla scelta di calcolare i 500 metri di distanza dai luoghi sensibili in linea d'aria anziché come percorso pedonale, i giudici hanno respinto le richieste della società del ricorso. «Il riferimento alla "linea d’aria" in luogo del “percorso pedonale” determina sì un inasprimento della disciplina, ma pur sempre nel rispetto delle anzidette esigenze di tutela», si legge nella sentenza pubblicata il 7 agosto.

 


Clara Rossi

 

 

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