«Specchietto per le allodole»: FP Cgil boccia la proposta di legge sul personale sanitario

Il sindacato: «nessun valore aggiunto dal personale costretto a lavorare come libero professionista. Servono invece investimenti economici adeguati» 

 

La FP Cgil della Valle d'Aosta boccia la proposta di legge depositata da Lega e Renaissance sul personale sanitario. Il sindacato cita la nota espressione «specchietto per le allodole» e spiega: il sistema sanitario è «sempre più in difficoltà, indebolito e costantemente affannato» per effetto «dei continui e reiterati definanziamenti della sanità pubblica, della progressiva privatizzazione dei servizi e della mancanza di lungimiranza e volontà politica nel voler affrontare la situazione in modo concreto e realistico».

«Il fatto che professionisti già sovraccarichi, e tra i meno pagati d’Europa, siano costretti a lavorare ulteriormente come liberi professionisti per raggiungere un reddito adeguato, non rappresenta certo un valore aggiunto né un’opportunità», prosegue il sindacato commentando i contenuti della proposta di legge. Al contrario «la valorizzazione del personale sanitario richiede investimenti economici adeguati, che garantiscano salari giusti e permettano a lavoratrici e lavoratori di esercitare la propria professionalità e competenza con dignità, all’interno dei tempi di lavoro previsti dal contratto».

Fp Cgil ritiene inoltre che per rendere le professioni sanitarie più attrattive sia «necessario ripensare l'intero sistema: sostenere il percorso formativo dei giovani attraverso contributi e agevolazioni, garantire stipendi coerenti con le responsabilità richieste a chi lavora in sanità, assicurare luoghi di lavoro sicuri» ed inoltre «permettere una reale conciliazione tra vita e lavoro, impossibile se si deve lavorare sempre di più per garantire condizioni dignitose alla propria famiglia. Occorre inoltre favorire percorsi formativi adeguati e una migliore organizzazione del lavoro».

L'organizzazione sindacale sottolinea infine la necessità di «tutelare la salute della popolazione, garantire un’assistenza territoriale capillare, la sicurezza delle cure, l’integrazione tra ospedale e territorio e la prevenzione, attraverso la valorizzazione delle professioni sanitarie. Ma nulla di tutto questo è possibile senza risorse economiche adeguate e senza scelte politiche intelligenti, concrete e realmente orientate al bene comune.

 


E.G.

 

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