Hotel Lanterna di Saint-Pierre, un degrado voluto dalla burocrazia

 

La Regione ne vuole la proprietà, il Viminale non intende lasciarlo. Nel 2017 la prossima udienza - fotogallery

8ax300SAINT-PIERRE. "L'hotel Lanterna di II categoria aperto tutto l'anno, è situato in una ridente valle esposta al sole per tutta la giornata da dove si possono ammirare le più belle e le più alte cime delle Alpi". Cosi recitava il depliant illustrativo di questo complesso alberghiero di Saint-Pierre. Erano gli anni '80 quando l'hotel visse il suo "canto del cigno" per poi chiudere nel 1994. Da allora cominciò un triste declino delle strutture tra distruzioni e saccheggiamenti di arredi ed attrezzature che lo portò a diventare anche un dormitorio abusivo per sbandati e senza tetto.

Ricapitoliamo la storia di questo complesso per cercare anche di comprendere come una florida struttura ricettiva che offriva discoteca, piscina, sauna e tanto altro si sia ridotta in edificio completamente abbandonato.

Il complesso fu costruito da un imprenditore privato di Aosta negli anni '60 e consisteva in un edificio per le camere ed una palazzina con bar, ristorante, saloni per banchetti e, nel seminterrato, il "Night La Lanterna" che in Valle d'Aosta era probabilmente più conosciuto e famoso dell'hotel stesso. Il complesso fu poi stato venduto all'A.A.I. - Associazione Aiuti Internazionali del Ministero dell'Interno (gestioni fuori bilancio) per essere utilizzato come struttura per la preparazione e la specializzazione del personale addetto all'assistenza sociale. Il night venne smantellato e sostituito da un centro congressi, ma negli anni '80, con l'approvazione di una legge nazionale che eliminò una lista di associazioni ed enti inutili, venne meno la necessità di preparare il personale, compito che tra l'altro nel frattempo passò alle Regioni. L'Hotel Lanterna a quel punto non serviva più.
Dopo gare e trattative, il complesso fu rilevato dalla società Casetta Hotels che modificò il complesso costruendo un collegamento tra il ristorante con centro congressi e l'albergo vero e proprio. Di seguito furono realizzati anche una piscina, un campo da tennis, una discoteca e un giardino per bambini con giochi e minizoo (foto in basso). Il complesso divenne ben presto conosciuto da molti tour operator in Italia, Francia e Svizzera e si specializzò nell'accoglienza di gruppi e nei brevi soggiorni, mentre il ristorante invece divenne un punto di riferimento per molti valdostani che lì organizzarono pranzi di nozze e feste in genere.

L'Hotel Lanterna continuò a lavorare per oltre un decennio prima dell'ultima e definitiva chiusura, nel 1994, causata in parte dal mercato turistico che stava cambiando e in parte da problemi incontrati dei gestori. Il complesso tornò nelle disponibilità del Ministero che fino ad oggi, passati oltre 20 anni, non lo ha mai utilizzato per un qualsivoglia progetto. Il Lanterna è rimasto abbandonato al proprio destino proprio come tanti altri edifici di proprietà pubblica che lo Stato continua a tenere nel proprio patrimonio, pur non avendone bisogno.

La Regione in questi anni ha iniziato una battaglia legale con il Ministero per ottenere la proprietà dell'immobile e trovargli una destinazione che sia a favore del territorio, affidandolo magari al Comune di Saint-Pierre. Il Tribunale di Torino nel primo grado di giudizio si è espresso a favore della Regione, ma il Viminale si è appellato e lo scorso 30 settembre, nell'udienza di appello, il giudice ha acquisito ulteriore documentazione e ha rinviato tutto a gennaio 2017.

Nel frattempo questa struttura continua a degradarsi ed a rappresentare un pericolo per chiunque si avventuri all'interno del piazzale o cerchi di entrare. Non ci sono recinti o altri dissuasori che possano impedire di accedere nella struttura e lo dimostrano i buchi realizzati tra i muri di mattoni innalzati al posto delle finestre.

Risulta difficile immaginare cosa mai potrebbe fare il Viminale con questo ex hotel a Saint-Pierre, in Valle d'Aosta. Quella avviata tra le due pubbliche amministrazioni, e soprattutto al resistenza del Viminale, pare una inutile guerra legale che, oltre a rappresentare un costo per le casse pubbliche in questo periodo di spending review, posticipa di anno in anno ogni possibile intervento di recupero rendendolo più dispendioso e aumenta di giorno in giorno la pericolosità di questo complesso che una volta, tanto tempo fa, era un famoso hotel di 75 camere.

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Marco Camilli

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