Il Tribunale non è attrezzato per la videoconferenza
AOSTA. L'11 marzo è in calendario l'udienza ad Aosta del processo legato all'inchiesta Geenna sulla 'ndrangheta che vede imputati il consigliere regionale sospeso Marco Sorbara e l'ex assessore comunale di Saint-Pierre Monica Carcea, accusati entrambi di concorso esterno in associazione mafiosa, e i presunti membri del locale di 'ndrangheta di Aosta Nicola Prettico, consigliere comunale sospeso del capoluogo; Alessandro Giachino, dipendente del Casinò di Saint-Vincent, ed Antonio Raso, ristoratore.
Sarà un'udienza diversa dal solito, almeno per quanto riguarda Aosta. Alcuni degli imputati sono infatti detenuti in regime di alta sorveglianza. Questo significa che deve essere rispettata una lunga lista di prescrizioni che rendono complicato (e costoso) il trasferimento dal carcere alle aule dei palazzi di giustizia: scorta rinforzata, furgoni speciali, imputati che non devono avere contatti tra loro e così via.
L'udienza si svolgerà quindi in videoconferenza, ma il Tribunale di Aosta attualmente non è attrezzato. L'allestimento degli impianti necessari per attivare il collegamento video con il carcere dove sono detenuti richiede tempo. A questo punto si stanno valutando due soluzioni. La prima è di spostare il luogo dell'udienza da Aosta a Torino, dove la Corte che si riunirebbe in un'aula bunker già attrezzata. La seconda è mantenere la sede ad Aosta ma posticipare la data dell'udienza per il tempo necessario a dotare il Palazzo di giustizia del sistema di videoconferenza.
La decisione arriverà nei prossimi giorni. Ad aspettarla sia i pm dell'accusa che gli avvocati difensori e la lunga lista di testimoni chiamati dall'accusa e dalla difesa: più di un centinaio.
Marco Camilli