Il Consiglio comunale di Aosta approva una mozione di condanna sulla morte di Navalny

L'iniziativa è stata condivisa da tutta l'aula e votata all'unanimità

Consiglio comunale di AostaCon il voto favorevole unanime, il Consiglio comunale di Aosta ha approvato questa mattina una mozione di «censura sull'arresto e la conseguente morte» di Aleksei Navalny, oppositore politico del presidente russo Vladimir Putin deceduto (ucciso con un pugno al cuore dopo essere stato lasciato al gelo per ore secondo quanto riportato dal Times; per sindrome da morte improvvisa secondo le autorità russe) mentre era imprigionato in una colonia penale in Siberia.

La mozione, sottoscritta da tutti i gruppi consiliari, definisce «illegali e arbitrari» l'arresto, la detenzione e la morte di Navalny e «una vera e propria farsa giudiziaria» la sua condanna. «Le sue condizioni di salute, dopo essere state a lungo motivo di grave preoccupazione, purtroppo hanno avuto il loro naturale epilogo nefasto con la sua morte», si legge inoltre.

L'iniziativa condivisa da tutta l'aula «condanna con fermezza l'arresto, la detenzione, con la conseguente morte, di Alexei Navalny; sollecita le autorità russe a fare piena e totale luce sull'accaduto garantendo la massima trasparenza agli occhi del mondo; invita l'Unione Europea e la comunità internazionale a adottare misure concrete per fare pressione sulla Russia affinché rispetti i diritti umani e le libertà fondamentali di ogni donna e uomo, in particolar modo detenuti a causa delle loro personali opinioni e idee». L'iniziativa inoltre impegna il consiglio comunale a «promuovere la conoscenza e il rispetto dei diritti umani sostenendo le organizzazioni che già oggi si battono per la democrazia e la libertà in Russia» e a «mantenere viva l'attenzione nel nome di Alexei Navalny e di tutti i prigionieri politici in Russia».

La discussione sulla figura di Navalny, introdotta da Bruno Giordano (gruppo Lega Vallée d'Aoste - Autonomia e Libertà), è stata l'occasione per una riflessione più in generale sull'importanza di mantenere costante l'attenzione verso il rispetto dei diritti in generale. Il sindaco Gianni Nuti nel suo intervento ha posto l'accento su quelle dittature che si manifestano «in modo molto sottile, subdolo, fatto di compiacenza e sorrisi e poi di piccole negazioni, estromissioni, proibizioni sottili» e in questo modo introducono nel pensiero collettivo, normalizzandolo, «un pizzico di perversione all'interno di una ragionevolezza marcata».

«Oggi le dittature esistono nelle pseudo-democrazie - ha detto Nuti - rispetto alle quali non dobbiamo manifestare né amicizia, né connivenza, né tolleranza». Serve invece «contrastare questo modo di pensare la democrazia perché è un modo malato. Un modello che è ricalcato dai poteri forti dell'economia e delle finanze, che a loro volta hanno grosso potere di influenza e riescono a gabbare tranquillamente le decisioni politiche assunte ai grandi vertici. La nostra deve essere una attenzione accorta nei confronti dei segnali minimali che possono insinuarsi nelle nostre vite e cambiarci le coscienze».

Uno degli antidoti, ha detto Nuti citando Don Milani, è «sviluppare il pensiero critico nella coscienza delle persone, ma non del "io l'ho letto su Google, quindi so", bensì tramite un processo di apprendimento lungo e facoltoso» per impedire che le coscienze si «appiattiscono sulla superficialità, sulla banalità» aprendosi in questo modo «al populismo».

 

 

Elena Giovinazzo

 

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