In consiglio comunale Elisa Cicco dopo le polemiche social: le critiche sono accette, gli insulti sono un reato. E il Comune potrebbe «agire in propria difesa»
«I privati possono scegliere atteggiamenti temerari; tuttavia, chi rappresenta un Ente pubblico per mandato dei cittadini deve mantenersi un esempio di correttezza e rispetto delle regole». La registrazione da parte di due privati, Claudio Salto e Mauro Collomb, del marchio Cervinia torna argomento di discussione nel consiglio comunale di Valtournenche.
La sindaca Elisa Cicco ha colto l'occasione della riunione del 31 ottobre per rispondere alle critiche via social originate da un post delle opposizioni che accusano di inerzia l'amministrazione comunale. «Comprendo che le minoranze possano voler sfruttare la vicenda in maniera politica», ha affermato la prima cittadina, ma le ricostruzioni condivise sono «basate su una ricostruzione dei fatti non rispondente alla realtà» circa le tempistiche con cui il Comune ha saputo della richiesta di registrare il marchio e si è attivato per chiedere l'annullamento.
Cicco ha ricostruito quanto accaduto. «Il Comune ha ricevuto il 20 febbraio 2024, per conoscenza, la richiesta di registrazione inviata al Ministero dallo studio legale che rappresenta i signori Salto e Collomb. Ha così appreso della richiesta di registrazione presso la Chambre valdôtaine presentata il 6 dicembre 2023 e da questa rifiutata con proposta del 15 febbraio 2024. I richiedenti hanno argomentato che l'autorizzazione del Comune prevista dalla norma non fosse necessaria poiché quest'ultimo, con la proposta alla Regione autonoma Valle d'Aosta di ufficializzare il toponimo Le Breuil, aveva "dismesso" (così si legge nel documento) l’uso del toponimo Cervinia e Breuil-Cervinia. Successivamente - ha ancora spiegato la sindaca -, il Ministero ha accolto le osservazioni dei richiedenti e registrato il marchio. Non appena appresa la decisione ministeriale, il Comune ha immediatamente attivato le procedure di difesa dei propri diritti nella sede competente e ha stanziato una somma ritenuta congrua per sostenere la vicenda giudiziaria fino alla sua conclusione. Non si tratta dunque di inerzia bensì di rispetto delle procedure e delle normative».
Le critiche verso l'amministrazione comunale «sono bene accette quando aiutano a costruire e migliorare, ma gli insulti non possono essere capiti né perdonati. Rivolgendo epiteti via social, si commette il reato di diffamazione aggravata, un reato grave ancor più quando ripetuto», ha poi avvertito la sindaca. «Se questi comportamenti perdureranno, non escludo che l’Amministrazione possa agire in propria difesa».
Il capogruppo di "Votornèn Unì" Roberto Avetrani ha affermato che sarebbe il primo a sottoscrivere un’azione contro la diffamazione.
E.G.