Nell'attuale quadro di estrema incertezza politica il Mouvement si gioca il suo futuro tentando un approccio federalista per rilanciare l'area autonomista e sé stesso
L'Union Valdôtaine tenta la carta del rilancio dell'area autonomista per cercare di trovare una soluzione alle profonde fratture interne e alle divisioni con gli altri partiti dell'area. O, per lo meno, per evitare di crollare sotto il peso degli scossoni interni.
L'argomento non è certo una novità poiché di ricomposizione della galassia autonomista si parla ormai da anni senza che ci siano stati dei passi concreti. Adesso tuttavia spunta un documento che propone nero su bianco il "come", il "perché" e anche il "quando" e che sarà esaminato dal Conseil Fédéral.
Il come
L'iniziativa dell'UV ipotizza in sostanza di portare l'approccio del federalismo nell'area autonomista. Creare cioè proprio una Federazione di movimenti, un gruppo di realtà politiche con visioni diverse ma una base comune.
Nel documento preparato per il Conseil si legge: «Sarebbe banale dire oggi che la formula più corretta e definitiva per il processo di riunificazione è un partito unico, piuttosto che una federazione di partiti. Sarebbe anche banale pensare che si possa livellare la sensibilità degli autonomisti. Al contrario, pur consapevoli dei contrasti interni al nostro partito di questi giorni, rivendichiamo la capacità degli autonomisti di sottolineare le diversità e, se necessario, di dare un nome e un titolo a queste diversità, anche in vista di una ricomposizione rigorosa dello spazio autonomo».
«Non si tratta di ricomporre un partito per ottenere il massimo risultato elettorale e di spaccare tutto di nuovo - è scritto -, ma di trovare la formula grazie alla quale, pur con visioni diverse, possiamo evidenziare i punti e governare la Valle d'Aosta, con l'assoluta certezza di portare risultati, almeno per i prossimi dieci anni».
Il perché
«I movimenti autonomisti devono sempre sostenere le ragioni dello stare insieme soprattutto la difesa inflessibile del nostro Statuto Speciale e la promozione di un dibattito federalista che superi i confini regionali e nazionali», afferma il documento in un passaggio. Inoltre «devono essere uniti nel governo della Regione, e non per caso ma da una sistematica strategia politica che, pur nelle diverse sensibilità dei vari partiti, devono essere univoci, coordinati e inscindibili».
Ciò che evidentemente non è stato scritto è che la Federazione di movimenti può aiutare l'UV a salvare il salvabile. Lo spettro di una nuova e politicamente devastante scissione aleggia da tempo su avenue des Maquisards e, con esso, la paura che il peso politico unionista precipiti ai minimi e che trascini con sé tutta l'area autonomista lasciando campo libero agli altri partiti.
La Federazione degli autonomisti dovrebbe garantire alle diverse anime dell'UV di avere una propria autonomia, senza quindi doversi cercare una casa politica del tutto nuova che farebbe aumentare il disorientamento (la disaffezione) degli elettori dell'area.
Bisogna però ricordare che, se per ora le spinte interne verso destra, sinistra, centro, alto e basso si sono acquietate, le dimissioni del presidente della Regione Lavevaz sono un cerotto che non potrà reggere a lungo.
Il quando
Ecco dunque che si arriva al "quando". Il documento destinato al Conseil fédéral contiene l'impegno a «istituire un gruppo di lavoro interpartitico che possa lavorare alle formule da adottare per la ricomposizione della zona autonomista entro la fine di aprile». Tre mesi al massimo compreso il periodo che sarà necessario per formare la nuova maggioranza in Regione. Tre mesi al massimo per capire se la forza politica che per decenni ha governato la Valle d'Aosta può avere ancora un futuro politico.
Marco Camilli