Bozza di legge sugli Statuti, Testolin risponde alle opposizioni infastidite

Il presidente della Regione parla di iniziativa di natura politica, ma l'opposizione ribatte: è il Consiglio regionale che decide sulle leggi

 

La consegna della bozza di legge alla presidente Meloni

Nessun sgarbo al Consiglio regionale, quanto piuttosto un'opportunità di natura politica per aprire un «importante dialogo interistituzionale». Il presidente della Regione Renzo Testolin spiega così il mancato coinvolgimento dell'assemblea regionale nella predisposizione della bozza di proposta di legge che i presidenti delle Regioni a Statuto speciale hanno consegnato alla presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, sull'importante tema delle riforme degli Statuti speciali.

«Tale percorso - ha detto Testolin - è nato da un confronto tecnico-politico tra i governi delle Regioni e delle Province autonome che hanno lavorato insieme, così come peraltro già anticipato in questo Consiglio anche nelle comunicazioni della scorsa seduta, al fine di predisporre di comune accordo il documento che è poi stato consegnato a Torino. Sbaglia chi intenda considerare l'incipit politico di questo percorso di dialogo che si è voluto attivare con il Governo come un percorso in spregio al Consiglio regionale»

La questione è stata discussa questa mattina durante la seduta del Consiglio Valle, con i gruppi di opposizione infastiditi che hanno dato voce a tutti i loro dubbi.

Stefano Aggravi, capogruppo di Rassemblement, ha parlato di vicenda «estremamente grave». E aggiunto: «La riforma dello Statuto è la materia più importante per la nostra Regione ed è il Consiglio regionale tutto che decide sulle leggi. L'iniziativa politica è una cosa, l'iniziativa di un'istituzione è un'altra e il presidente Testolin deve tenerne conto».

Sulla stessa linea il gruppo Lega VdA. «Sulla riforma dello Statuto speciale il clima è fantozziano», ha detto il vice capogruppo Erik Lavy. «Non si capisce chi sia stato materialmente a scrivere il documento. Sicuramente anche la nostra Regione ha partecipato alla stesura e allora vorremmo sapere con chi. Quale è stato il contributo della Valle d'Aosta? Siamo sicuri che tutte le questioni riportate nell'atto siano assolutamente favorevoli alla nostra Regione?», ha chiesto.

«Le Commissioni - ha rilevato la capogruppo del Pcp, Erika Guichardaz - non sono state minimamente coinvolte sul punto. Chi ha deciso il contenuto di questo documento che non è neanche depositato agli atti dell'Amministrazione regionale, come dichiarato dal presidente Testolin? Ci troviamo ancora una volta a constatare il comportamento sprezzante di questo governo nei confronti della democrazia e delle sue basi fondanti. Il documento definito dal presidente "politico" deve allora essere discusso tra movimenti e partiti, ma anche questo non è avvenuto».

Nel mirino delle critiche è finito anche il presidente del Consiglio Valle, Alberto Bertin. «Il presidente del Consiglio - ha dichiarato il capogruppo della Lega, Andrea Manfrin - non può limitarsi al ruolo di funzionario passacarte e deve farsi tutore del funzionamento democratico dell'aula».

Lo stesso Bertin è intervenuto nel dibattito. Il Consiglio regionale «non può essere escluso da tematiche che riguardano la nostra Autonomia, ma questa è stata una prima fase di interlocuzione governativa. La convocazione della prima Commissione sarà fatta a breve e da lì si potrà iniziare a discutere nel merito della bozza», ha spiegato.

 

 

Elena Giovinazzo

 

 

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