Correva l’anno 2024 quando, sui social media, abbondavano filmati di persone che si gettavano addosso secchi d’acqua ghiacciata. La mia prima impressione fu che tutte queste persone "avessero dato di matto". A undici anni di distanza, in un certo senso, ho avuto ragione io.
Nel 2025, infatti, l’Ice Bucket Challenge (letteralmente “la sfida del secchio di ghiaccio”, n.d.r.), torna “in voga” sia tra persone famose che gente comune (come avvenne anche nel 2014) ma, stavolta, con l’hashtag #SpeakYourMIND.
Si tratta dell’iniziativa di alcuni studenti americani che hanno organizzato una raccolta fondi per creare e diffondere consapevolezza intorno al tema della salute mentale. I promotori hanno deciso di mobilitarsi dopo che due loro amici si sono tolti la vita. Finora le donazioni ottenute in America, tramite i social media, hanno quasi raggiunto i 400mila dollari.
Nel 2014, il fenomeno approdò sulla rete internet con l’obiettivo di raccogliere fondi per la ricerca sulla Sclerosi Laterale Amiotrofica. Accade sovente, purtroppo, che i fondi destinati alla salute dei cittadini, nel mondo, si rivelino insufficienti. In questi casi, allora, sono i cittadini stessi a farsi “strumento” per raccogliere ulteriori fondi.
Secondo le stime di 11 anni fa, 17 milioni di persone presero parte all’Ice Bucket Challenge, raccogliendo 220 milioni di dollari per la ricerca.
Undici anni dopo, l’America fa nuovamente da apripista alla campagna. La speranza è che il tipo di salute scelto in questa occasione – quella mentale e non fisica – attiri su di sé la stessa attenzione di allora, allargandosi a macchia d’olio in tutto il resto del mondo.
Perché di disturbi mentali si può morire. Esattamente come nel caso di malattie fisiche.
Barbara Giangravè
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