Pretendiamo, sempre, l'affido paritario dei figli

 

La legge 54/2006, prevede, come avviene in molti paesi europei, che i figli, quando termina la convivenza dei genitori, vengano affidati ad entrambi i genitori e sancisce il c.d. principio della bigenitorialità e della cogenitorialità. Principi che, purtroppo, non trovano applicazione in molti tribunali per la subdola opposizione di molti magistrati, non propensi a considerare il padre capace di crescere ed educare i figli, che temono sia i movimenti di genere che la fine di una cultura arcaica ed obsoleta che considera, ancora, la madre come l'angelo del focolare.

La legge, però, in linea di massima, non viene applicata, perché i genitori non hanno il coraggio di chiedere (pretendere) al giudice, tramite il proprio avvocato, quando non esistono reali problemi ostativi, l'affido paritario dei loro figli figli, cioè che i minori trascorrano metà tempo con ciascun genitore. Ciò comporta il mantenimento diretto, la non imposizione dell'assegno per i figli in capo al genitore non collocatario e, non essendoci l'affido prevalente ad un genitore, la non assegnazione della casa coniugale o familiare, che resta nella disponibilità dei legittimi proprietari.

Indubbiamente, l'affido paritario presuppone che i figli vengano prima delle esigenze personali di ciascun genitore, che, di conseguenza, deve garantire ai figli gli stessi spazi amicali, la scuola e l'attività sportiva, permettendo loro di muoversi liberamente tra la casa del padre e quella della madre.

L'affido paritario, come doverosa applicazione della legge sull'affido congiunto o condiviso, è stato proposto, come tipologia di affido standard, dal Tribunale di Brindisi nel 2017, emanando, poi, il 15.4.2021, Le linee guida per agevolare genitori e avvocati in questa battaglia di civiltà.

I legali, nella quasi totalità dei casi trattati, dovrebbero chiedere con insistenza l'applicazione dell'affido condiviso paritario, informandone il cliente, mentre, invece, sono proprio loro a sconsigliare una siffatta richiesta perché, a loro dire, i giudici non lo concederanno mai e, anzi, l'insistenza indispone il giudice, che deve emettere i provvedimenti che saranno negativi per un genitore, cioè, siamo chiari, per il genitore non collocatario (solitamente, il padre).

Il legale non ha interesse ad opporsi ai giudici, che, essendo del posto, li ritroverà in altri procedimenti dove in ballo ci sono ben altre realtà e nemmeno ha interesse ad opporsi ai colleghi, soprattutto di sesso femminile, e all'Ordine di appartenenza, che ha sottoscritto i protocolli. Difendere seriamente i propri assistiti, come facevano – una volta – i principi del foro, potrebbe allontanargli la clientela femminile, i centri antiviolenza e le associazioni femministe. Oggi le donne sono imprenditrici e professioniste e costituiscono la metà della clientela di uno studio legale e l'avvocato lo sa bene. Quindi, generalmente, cerca di non contrastarle. L'affido dei figli, poi, quando permane la conflittualità, alimenta la richiesta di assistenza e delle relative parcelle.

Il condiviso paritario va preteso, senza farsi intimidire dai legali, apparentemente schierati con il cliente, mentre, poi, tutelano altri obiettivi, non firmando procure generiche all'avvocato, senza preventivo dettagliato di spesa sottoscritto, e che “induce” il genitore a non pretendere un diritto dei figli e suo. La bigenitorialità, così come previsto dalla legge 54/2006, è un diritto inalienabile e il legale che non la tutela realmente e con costanza va rifiutato e messo alla berlina. Non è diffamazione, ma solo doverosa informazione a tutela di minori, che hanno diritto ad avere un rapporto equilibrato e continuativo con ciascun genitore.

Le madri sono sempre contrarie all'affido paritario, perché, con la collocazione prevalente dei figli (94% alle madri), ci sono enormi vantaggi economici (casa, assegno di mantenimento dei figli imposti al solo padre, contributi vari pubblici e privati, spese ordinarie abusivamente considerate straordinarie dagli assurdi e illegittimi protocolli, confezionati dal tribunale e l'ordine degli avvocati) e, inoltre, il genitore collocatario viene esentato dal versare l'assegno di mantenimento per figli, così, come, invece, viene imposto all'altro genitore.

L'associazione è a disposizione di tutti coloro che necessitano di chiarimenti sull'affido paritario e sui comportamenti dei legali scelti, che consigliano tali richieste, facendo intravvedere possibili controindicazioni. Contattateci (al 347.6504095) e vi chiariremo eventuali dubbi, aiutandovi nel pretendere i diritti vostri e dei vostri figli.

Il resto è solo fumo che danneggia seriamente la personalità dei nostri figli. Tacere e affidarsi ai venditori di fumo vuol dire divenire complici di una giustizia ingiusta.

 

A cura dell'Associazione Genitori Separati per la Tutela dei Minori (aps)
Contatti: tel. 347.6504095, Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo., www.genitoriseparati.it

 

 

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