I problemi legati alla fine della convivenza dei genitori (c.d. separazioni) e all’affido dei minori devono essere affrontati, dal tribunale di Aosta, con la massima urgenza, poiché, da decenni, si continua ad affidare i minori quasi sempre alla madre, anche quando le sue predisposizioni alla genitorialità non sono evidenti, anzi sono contestate dall’altro genitore con giuste argomentazioni e provate (anche ampiamente ed in maniera specifica), ma che il tribunale, forse condizionato dai servizi sociali e/o da altri fattori, non sempre tiene nella giusta considerazione.
La deriva dei minori, che, per la quasi totalità, sono figli di genitori non più conviventi, è una emergenza che non può essere ignorata dalla società valdostana, perché costoro, un domani, saranno chiamati a gestire la Valle, anche se oggi non riconoscono alla politica e all’amministrazione pubblica un ruolo positivo. Ne consegue che gli attuali politici, gli operatori sociali e coloro che amministrano la giustizia non possono rifiutarsi di analizzare, in profondità, le ragioni di un disagio che ha portato, direttamente o indirettamente, i minori a delinquere, a rifiutare le istituzioni, ancorandosi a modelli comportamentali di altri tempi, a non accettare, di fatto, i principi della democrazia fondata sulla libertà di ciascun cittadino.
Il disagio minorile, ma anche sociale, è profondo ed è alimentato da comportamenti istituzionali non sempre rispondenti ai principi dell’uguaglianza e del rispetto della persona.
Nell’affido dei figli, come da tempo la nostra associazione sta denunciando, in Valle d’Aosta, piccola regione autonoma, ma anche costosa e clientelare, manca il rispetto della bigenitorialità e della cogenitorialità, previlegiando una pericolosa discrezionalità che, in modo inaccettabile, predilige sempre la madre e rende i padri marginali o assenti nell’educazione e formazione dei propri figli. La mancanza della figura genitoriale del padre nella crescita dei minori rende quest’ultimi vulnerabili e privi di un punto di riferimento certo nella loro crescita e nella formazione della loro personalità.
I servizi sociali, come ci fanno osservare tanti genitori non collocatari, sono non un aiuto ai genitori non più conviventi e ai loro figli, ma la rovina dei minori e causa di scelte non eque da parte del tribunale locale, mal informato dalle relazioni dei servizi sociali e di tutte quelle lobby che condizionano gli assistenti sociali, che ignorano verità che ben conoscono su ambedue i genitori, ma riferiscono solo quelle discriminanti il genitore non collocatario, al 94% il padre.
L’estromissione di un genitore dalla vita dei figli è l’anticamera della costituzione delle baby gang, della sua emarginazione familiare e sociale e causa di tanti annuali suicidi di padri valdostani, umiliati e ridotti in miseria. Vietare di parlarne, da parte di alcuni politici, dei “gestori” dell’assessorato regionale alle politiche sociali, delle forze dell’ordine, non nasconde l’enorme disagio che un genitore prova quando viene ridotto a bancomat e/o reso impotente dalla arroganza di genere che non disdegna la menzogna come arma per imporre la propria ingiustificata supremazia nell’affido dei figli. Il doloroso fenomeno, non a caso, è iniziato – almeno nella cultura di massa – proprio davanti al Tribunale di Aosta il 7 aprile 1996.
Abbiamo sperimentato, in questi 17 anni di attività in Valle d’Aosta, che la politica e i servizi sociali sono incapaci a – o, meglio, si rifiutano di – comprendere, anche, forse, per deficienze culturali e professionali, il danno esistenziale di decisioni discriminanti, quasi sempre, i figli e, fra i genitori, il padre. Non resta che chiedere, ai giudici, una riforma della procedura di affido riguardante i genitori e figli, oggetto di procedimenti giudiziari, per garantire provvedimenti equi e rispettosi di ambedue i genitori.
Al nuovo presidente del Tribunale di Aosta chiediamo, a nome dell’elevata percentuale di genitori valdostani non più conviventi con i propri figli, di creare, se sussistono i presupposti giuridici, all’interno del tribunale, una specifica sezione dedicata alla Famiglia con giudici specializzati, e cambiare le consuetudini di affido e collocamento dei minori mettendo effettivamente sullo stesso piano ambedue i genitori, prediligendo, come avviene ormai in tanti tribunali italiani, l’affido condiviso paritario dei figli con tutto ciò che ne consegue e la revisione del protocollo per le spese straordinarie, eliminando le tante contraddizioni e prevedendo che tutte le spese straordinarie siano autorizzate, in modalità scritta e tracciabile (come, per es., a mezzo pec, cioè con posta elettronica certificata), da ambedue i genitori, poiché anche quelle attualmente non richiedenti l’autorizzazione spesso contemplano l’acquisto di servizi e oggetti i cui costi variano da professionista a professionista e da negozio a negozio.
I protocolli, così strutturati e formulati, senza la partecipazione dei genitori, non sono giusti ed imparziali, ma, soprattutto, non tutelano nè i minori nè ambedue i loro genitori e, pertanto, chiediamo che venga revocato o che si riscriva assieme ai genitori o loro rappresentanti, che non possono essere ignorati, poiché i figli non appartengono ai legali, che sono solo professionisti pagati e delegati per l’applicazione della legge nei procedimenti familiari, ma non per sostituire il genitore, unico a parlare dei propri figli.
Ubaldo Valentini pres.“Associazione Genitori Separati per la Tutela dei Minori (aps)”
tel. 347.6504095,