L'ictus, o colpo apoplettico: cos'è, quali sono i sintomi e come prevenirlo

 

L'ictus - noto anche come colpo apoplettico, infarto cerebrale o con il termine inglese stroke - indica una perdita di funzione del cervello causata da un insufficiente apporto di sangue in un'area più o meno estesa dell'organo. Rappresenta nei paesi industrializzati la terza causa di morte e la prima causa di disabilità; in Italia si stimano circa 200.000 casi ogni anno.

Nell'ultimo decennio si è registrata una riduzione sia dell'incidenza sia della mortalità. Tale dato è correlato a un miglior controllo dei fattori di rischio, all'istituzione di una rete d'emergenza che ha ridotto il tempo di accesso al ricovero e alla creazione di centri organizzati per il trattamento, le cosiddette stroke unit distribuite su tutto il territorio nazionale.

Che cosa è l'ictus?

L'ictus è una grave condizione patologica che si verifica quando i rifornimenti di sangue diretti il cervello si interrompono o vengono fortemente ridotti. Senza questo apporto sanguigno fondamentale, il tessuto cerebrale comincia a morire per l'assenza di ossigeno e nutrienti. È una malattia "tempo dipendente" nel senso che l'intervento tempestivo è cruciale per ridurre al minimo il danno. Il rapido riconoscimento dei sintomi e il precoce accesso alle cure permettono di migliorare la prognosi del paziente. "Time is brain" (il tempo è cervello).

Quali sono le cause dell'ictus?

L'ictus può essere causato da due meccanismi diversi: l'ostruzione di un'arteria del cervello oppure la rottura dell'arteria, quindi un sanguinamento (o emorragia). Nel primo caso parleremo di ictus ischemico, nel secondo invece di ictus emorragico.

L'ictus ischemico è il più frequente, rappresentando circa l'80% di questi eventi. L'ostruzione generalmente è causata da un coagulo di sangue (trombo) che si forma sulla parete dei vasi cerebrali nei punti dove essi sono danneggiati oppure da un coagulo di sangue (embolo) che si forma in un vaso sanguigno lontano dal cervello, generalmente nel cuore, che da qui è trasportato con il flusso sanguigno e che va ad incunearsi all'interno di un vaso cerebrale ostruendo il passaggio di sangue.

L'ictus emorragico è la conseguenza di un'emorragia, quindi del sanguinamento di un vaso all'interno del cervello. Un'importante causa di ictus emorragico è la presenza di malformazioni delle arterie cerebrali, come ad esempio gli aneurismi: si tratta di zone caratterizzate da una minore resistenza della parete che possono rompersi e dare luogo al sanguinamento.

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Quali sono i fattori di rischio dell'ictus?

- Età. L'incidenza dell'evento cerebrovascolare aumenta con l'età e a partie dai 55 anni raddoppia per ogni decade (la maggior parte degli ictus si verifica dopo i 65 anni);
- Sesso. Il sesso maschile è più colpito soprattutto dall'ictus ischemico;
- Predisposizione familiare. L'Ipertensione arteriosa, i valori di pressione superiore a 140/90 mmhg sono considerati forti fattori di rischio.

A questi si aggiungono: diabete, fumo, sedentarietà, colesterolo elevato, aritmie e anomalie cardiache (Fibrillazione atriale), pervietà del foro ovale, uso di anticoncezionali o terapie ormonali che prevedono l'uso di estrogeni, abuso di alcol e droghe.

Quali sono sintomi dell'ictus cerebrale?

È di fondamentale importanza riconoscere in tempo i sintomi premonitori dell'ictus. I dati clinici dimostrano che il trattamento effettuato il più velocemente possibile dalla comparsa dei sintomi riduce la mortalità e la disabilità. Il trattamento è "tempo dipendente" e consiste nella rimozione o nella disgregazione del trombo /embolo. Ripristinare il flusso ematico entro una determinata finestra temporale (4-6 ore dall'esordio dei sintomi) riduce l'ischemia e migliora la prognosi.

L'ictus è quindi un'emergenza medica, è un patologia "tempo dipendente" e tutti i malati dovrebbero essere valutati il più presto possibile in un ospedale in grado di dare idonea assistenza, quindi il rapido riconoscimento dei sintomi è cruciale per accorciare i tempi di arrivo in ospedale. Inoltre il precoce accesso alle cure permette di migliorare la prognosi del paziente.

I sintomi più comuni dell'ictus sono bocca storta e difficoltà a parlare, a muovere un braccio o una gamba. A questi si possono associare vertigini, forte mal di testa ad insorgenza improvvisa, disturbi della vista.

Cosa fare se si sospetta un ictus?

Se si notano segni o sintomi di ictus, contattare immediatamente il 118, anche se i sintomi sembrano regredire o scomparire. Ogni minuto è fondamentale; bisogna quindi evitare di aspettare che i sintomi se ne vadano e, se svaniscono, far finta di nulla. Trascurare i sintomi o i segni dell'ictus significa aumentare il potenziale danno cerebrale e la conseguente disabilità.

Per massimizzare l'efficacia della diagnosi e del trattamento entro la finestra terapeutica di 4-6 ore è consigliabile recarsi al pronto soccorso il prima possibile dall'insorgenza dei primi sintomi. Qualsiasi famigliare o passante che si trovi di fronte ad una persona colpito da sintomi di ictus deve allertare il sistema d'emergenza.

Come si arriva alla diagnosi?

Nel sospetto di sintomi di ictus la diagnosi viene confermata attaverso diversi esami. Il più frequente eseguito in urgenza è la tomografia computerizzata del cervello spesso completata con angiografi. Quest'ultima procedura permette di osservare quelle arterie nel cervello che normalmente non possono essere osservate mediante i raggi X utilizzati nella TAC. Attraverso una piccola incisione, effettuata di solito nell'inguine, il medico inserisce un sottile tubo flessibile (catetere) che viene fatto passare attaverso le principali arterie e quindi nella carotide o nell'arteria vertebrale. Iniettando poi un agente di contrasto, il catetere fornisce immagini a raggi X delle arterie.

Come si tratta l'ictus?

Le modalità di trattamento differiscono a seconda della causa. In entrambi i casi, comunque, si tratta di manovre delicate che devono essere effettuate in regime di emergenza da personale specializzato.

Il trattamento dell'ictus ischemico consiste nella ricanalizzazione, ovvero un trattamento che ha lo scopo di ripristinare un flusso sanguigno valido diretto alla zona cerebrale colpita. Questo può essere ottenuto tramite la somministrazione di farmaci trombolitici, la cui funzione è quella di sciogliere il trombo o coagulo che ha causato la sintomatologia. Questa terapia è però efficace solo nelle primissime ore dopo l'evento e, trascorso questo termine, risulta inutile o addirittura dannosa.

Un'altra possibilità è la terapia chirurgica che consiste nella rimozione diretta del trombo e l'eventuale posizionamento di uno stent (ovvero una piccola rete metallica che mantiene la pervietà del vaso in questione).

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Il trattamento dell'ictus emorragico si concentra soprattutto nell'arrestare l'emorragia con tecniche diverse ed evitare danni dovuti all'aumento della pressione all'interno del cervello.

Come si previene?

La prevenzione dell'ictus passa attraverso la modificazione dei fattori di rischio. Sostanzialmente è necessario un adeguamento delle abitudini alimentari e comportamentali volto a migliorare il peso corporeo, la pressione arteriosa, il controllo del colesterolo nel sangue.

È necessario quindi smettere di fumare; seguire una dieta adeguata; svolgere attività fisica costante; controllare la glicemia nei pazienti diabetici, l'uso di anticoagulanti nei soggetti con fibrillazione atriale e di antiaggreganti nei soggetti con placche dei vasi cerebrali; effettuare l'eco doppler dei vasi del collo per monitorare eventuali placche aterosclerotiche.

 

 

dott. Franco Brinato

specialista in Medicina d'Emergenza Urgenza e Medicina Termale e dirigente medico di Medicina d'Urgenza e Pronto soccorso



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