Attacco di panico: cos'è e come affrontarlo

L'attacco di panico è un disagio psicofisico durante il quale, oltre all'ansia e alla paura, si associano diversi disturbi fisici spesso invalidanti. E' una malattia sempre più diffusa, colpisce più le donne rispetto agli uomini. Secondo le statistiche più recenti, a soffrirne sarebbe quasi il 3,5% della popolazione mondiale. L'attacco di panico rappresenta uno delle più frequenti cause di accesso in Pronto soccorso.

Rappresenta una situazione d'invalidità poiché la persona, oltre che durante la manifestazione della malattia, vive in un perenne stato di ansia in attesa dell'attacco successivo. E, infatti, all'inizio della malattia i pazienti si recano in continuazione al pronto soccorso, costringendo anche i familiari a stressanti e quasi continue emergenze.

Che cosa è l'attacco di panico?
L'attacco di panico è una reazione emotiva sproporzionata a un pericolo percepito, ma non reale, caratterizzato da un'inadeguata risposta da parte dell'individuo alla situazione vissuta, E' un disagio psicofisico che appartiene alla categoria dei disturbi d'ansia, durante il quale si percepiscono improvvisamente ansia acuta, paura e disagio, unitamente a diverse disturbi fisici. I sintomi raggiungono il massimo dell'intensità entro 5-10 minuti dall'esordio per poi scemare in circa mezz'ora. Gli attacchi di panico emergono senza che vi sia alcuna motivazione apparente che possa giustificarli e rendono il soggetto colpito invalidante nelle situazioni della vita quotidiana. Gli attacchi di panico possono rimanere isolati o ripetuti nel tempo, in questo caso parliamo di Disturbo da Attacchi di Panico (DAP), una patologia con facile tendenza a cronicizzarsi se non trattata in tempo.

attacchi panico

Come riconoscere un attacco di panico?
L'attacco di panico comprende la presenza di almeno quattro fra i seguenti sintomi, che raggiungono il picco d'intensità in 5- 10 minuti:
- Difficoltà a respirare e sensazione di soffocamento;
- Paura di morire o di impazzire;
- Aumento del battito cardiaco;
- Sudorazione;
- Dolori al petto;
- Vertigini, stordimento, tremori, sensazione di caldo e freddo;
- Formicolio o intorpidimento alle mani, al viso, ai piedi o alla bocca;
- Rossore al viso e al petto;
- Nausea o disturbi addominali;
- Dissociazione, percezione di non essere nel proprio corpo;
- Terrore, angoscia e sensazione che qualcosa di orribile stia per accadere;
- Crisi di pianto.
Accanto a questi sintomi, nel 35%-50% dei soggetti, si associa l'agorafobia, cioè l'evitamento fobico di luoghi o situazioni ritenute d'innesco dell'attacco di panico, quindi ansia a trovarsi in posti nuovi o in situazioni dalle quali sarebbe difficile allontanarsi o chiedere aiuto, affrontare viaggi da soli, ecc.

Quali sono le cause?
Alla base degli attacchi di panico esistono diverse fattori predisponenti: famigliarità per disturbi d'ansia; stress emotivi;  la sensibilità di alcuni soggetti verso sostanze come alcool, caffeina, teina; uso di anfetamine, cocaina, ormoni tiroidei, cannabinoidi. Secondo gli ultimi studi scientifici, l'attacco di panico potrebbe essere causato da una disfunzione del'l'amigdala, una porzione del cervello a forma di mandorla, implicata in particolar modo nell'elaborazione delle emozioni e della paura. Questa struttura, situata nel lobo temporale del cervello, ha la funzione di modulare gli stimoli proveniente dall'interno e dall'esterno, prevenendo gli attacchi di panico. La vulnerabilità di questa struttura agli eventi stressanti o meglio la sua iperattività, dovuta all'abbassamento geneticamente determinato della soglia di allarme, sarebbe alla base degli attacchi di panico. Tale scoperta potrebbe condizionare il trattamento futuro della malattia, oggi basato esclusivamente sull'uso di farmaci.

Cosa fare quando arrivano gli attacchi di panico?
- Applicare alcune regole semplici e concrete può ridurre l'intensità dei sintomi e far vivere meno drammaticamente gli attacchi di panico;
- Proteggersi. Allontanarsi dai luoghi, situazioni o incontri nei quali gli attacchi di panico sono esplosi;
- Mettersi comodi. Ovunque ci si trovi, cercare di mettere al più presto il corpo nella posizione più comoda possibile, compatibilmente alla situazione. Evitare la posizione sdraiata, che spesso peggiora i sintomi degli attacchi di panico;
- Cercare frescura. Per alleviare la sensazione di caldo di vampate di calore, cercar, se si è all'aperto, la freschezza dell'ombra o del vento; se si è in casa, si può creare un po' di corrente aprendo le finestre;
- Respirare normalmente: in caso di respiro veloce è utile respirare all'interno di un sacchetto di plastica o di carta. Tale manovra riduce la sensazione di fiato corto;
- Chiedere aiuto. Se si ha la sensazione di perdere il controllo e di cadere in preda all'angoscia, individuare qualcuno che possa stare vicino per la durata degli attacchi di panico, se si è da soli, distrarsi concentrandosi su cose, oggetti, persone care e aspettare;

Cosa non fare?
- Fingere. Fingere di star bene peggiora le cose e aumenta i disturbi fisici. È meglio dichiarare il malessere e farsi aiutare senza vergognarsi;
- Scappare. In preda alla paura di morire, tipico nell'attacco di panico, si può avere l'impulso di correre o di muoversi, senza guardarsi attorno, esponendosi così al rischio di incidenti o cadute;
- Forzare il respiro. Le difficoltà respiratorie indotte dagli attacchi di panico portano istintivamente a "cercare aria" con aumento degli atti respiratori. Ciò manda il sangue in alcalosi (si riduce la quantità di anidride carbonica), accrescendo la stessa sensazione di angoscia. Si deve dunque cercare di respirare normalmente.

Come si cura il disturbo di attacchi di panico?
Oggi l'unica la strategia per curare questo genere di disturbi prevede un duplice approccio. Da un lato c'è quello relativo alla psicoterapia, dall'altro c'è l'approccio farmacologico, non indipendente dal primo: attraverso la somministrazione di “vecchi” farmaci come le benzodiazepine e gli antidepressivi. Approcci validi, che consentono di curare la malattia con discreto successo, ma non scevri da complicanze, come ad esempio l'assuefazione e la dipendenza. Tuttavia, In base ai nuovi studi scientifici sul ruolo dell'amigdala nello scatenamento degli attacchi di panico, è possibile nell'immediato futuro sviluppare farmaci che agiscano, in modo molto più selettivo, sui circuiti cerebrali dell'amigdala.

 

 

 

dott. Franco Brinato
specialista in Medicina d'Emergenza Urgenza e Medicina Termale e dirigente medico di Medicina d’Urgenza e Pronto Soccorso

 



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