Quando l’UEFA annunciò la creazione della Europa Conference League nel 2019, l’obiettivo era ampliare l’accesso al calcio continentale e offrire alle squadre di seconda fascia la possibilità di misurarsi su un palcoscenico internazionale. La competizione, inaugurata ufficialmente nella stagione 2021-2022, rappresenta la terza coppa europea per club dopo Champions ed Europa League, ma in breve tempo ha acquisito un’identità autonoma, diventando un torneo capace di combinare equilibrio tecnico, prestigio crescente e fascino narrativo. La formula, strutturata su gironi da otto gruppi e fasi a eliminazione diretta, ha consentito a numerose società di medio-alto livello di ritrovare visibilità continentale. L’intento della UEFA era chiaro: valorizzare il calcio dei Paesi emergenti e restituire competitività a club storici rimasti ai margini delle due coppe principali. Tuttavia, sin dal suo esordio, la Conference League ha mostrato una sorprendente impronta italiana, divenendo un terreno fertile per le squadre di Serie A desiderose di riaffermarsi in Europa. A differenza di competizioni più selettive come la Champions League, la Conference valorizza la qualità tattica, la preparazione atletica e la profondità delle rose. Nel panorama calcistico odierno, la Conference League ha assunto un ruolo non più secondario: rappresenta una vetrina prestigiosa e un’opportunità concreta di affermazione per club in crescita. E se il primo capitolo è stato scritto dalla Roma e i successivi raccontano la perseveranza della Fiorentina, l’intreccio tra Italia e Conference League appare destinato a proseguire, alimentando una tradizione che unisce passione, orgoglio e continuità sportiva.
La Roma inaugura l’albo d’oro della competizione
A dare prestigio immediato al torneo fu la Roma, protagonista della prima edizione vinta nel maggio 2022. Sotto la guida di José Mourinho, i giallorossi completarono un percorso esaltante, culminato nella vittoria per 1-0 contro il Feyenoord nella finale di Tirana. Il gol decisivo di Nicolò Zaniolo consegnò al club capitolino il primo trofeo UEFA della propria storia moderna e al tecnico portoghese l’ennesimo titolo continentale. Quel successo ebbe un significato che andava oltre il risultato sportivo: la Roma inaugurò l’albo d’oro della competizione, restituendo al calcio italiano un trofeo europeo che mancava da più di un decennio. Inoltre, la vittoria contribuì a rilanciare il prestigio delle squadre italiane nel ranking UEFA, segnando l’inizio di un periodo di rinnovata competitività nelle coppe continentali.
La Fiorentina centra due finali consecutive
L’eredità romanista trovò continuità nella Fiorentina, protagonista di due campagne europee consecutive di altissimo profilo. La squadra toscana, guidata da Vincenzo Italiano in entrambe le annate, raggiunse la finale della Conference League nel 2023 e nel 2024, dimostrando una costanza rara per un club italiano al di fuori del circuito delle big. I toscani, pur non avendo dimenticato le delusioni provate con il West Ham prima e con l'Olympiakos poi, restano nella griglia delle favorite anche per questa edizione. L’anno scorso i gigliati si sono fermati in semifinale, ma in virtù del valore medio delle partecipanti e come indicano le quote sulla vincente della Conference League la Fiorentina ha buone possibilità di diventare la seconda squadra italiana a iscriversi all'albo d'oro, così come il Crystal Palace e lo Strasburgo. Nella scorsa annata, invece, è stato il Chelsea ad alzare il trofeo, battendo il Betis nella finale a Breslavia.



