Arresto psichiatra, "rabbia e sdegno" dell'associazione di difesa ammalati psichici

 

Nelle riunioni della Diapsi "mai nessun accenno a comportamenti anomali"

AOSTA. L'arresto di uno psichiatra dell'Azienda Usl valdostana da poco in pensione, accusato di "atti libidinosi" nei confronti di alcune pazienti affidategli dal Sistema sanitario regionale e di intascare soldi per firmare certificati medici falsi, ha destato molto stupore.

Odetta Bonin, presidentessa dell'associazione Diapsi (Difesa ammalati psichici) della Valle d'Aosta, conferma che la notizia era del tutto inattesa. «L'arresto», dice, «mi ha colta come un fulmine a ciel sereno. Apprendere che un professionista preposto alla cura ed alla riabilitazione dei nostri ragazzi abbia approfittato sessualmente e moralmente di loro mi ha suscitato rabbia, sdegno e tristezza infinita. Sentimenti che racchiudono tutta l'amarezza nel constatare che esistono persone di cui ci si dovrebbe fidare incondizionatamente e che invece si rivelano mostri e, cosa più grave, perpetrando gli abusi su persone fragili ed indifese».

Bonin spiega che «come associazione facciamo dei corsi per famigliari e nell’ambito di queste riunioni erano state sollevate alcune perplessità riguardo l'operato del Dottor Bonetti, ma solo per quanto riguardava le terapie che somministrava. Nessun accenno mai a comportamenti anomali perché - assicura - sicuramente in qual caso sarei intervenuta immediatamente presso gli organi competenti».

La presidentessa della Diapsi valdostana ricorda che «l'anno scorso vi sono stati grandi cambiamenti nel panorama psichiatrico valdostano e noi come associazione dei famigliari abbiamo partecipato a numerose riunioni con i vertici della Sanità ed i responsabili dei servizi territoriali e residenziali. Sono persone - sottolinea - che hanno dimostrato grande sensibilità, che lavorano col cuore e con l'intenzione di migliorare i Servizi. Da questa stretta e fattiva collaborazione posso tranquillamente affermare che tutti i responsabili dei servizi ed in primis il primario Dott.ssa Beoni, per la quale nutro profonda stima, non erano certamente a conoscenza dei comportamenti del Dottor Bonetti altrimenti non avrebbero esitato a prendere provvedimenti immediati».

 

redazione

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