Gastronomia, salgono a 4956 le "bandiere del gusto" italiane

 

In Valle d'Aosta segnalate 32 specialità. Campania al top (486)

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AOSTA. Salgono al numero record di 4965 le "bandiere del gusto" a tavola assegnate all'Italia nel 2016 sulla base delle specialità alimentari tradizionali presenti sul territorio nazionale. E' quanto è emerso all’Assemblea della Coldiretti con la presentazione dell'analisi sulle Vacanze Made in Italy durante l'estate 2016.

Rispetto allo scorso anno 79 prodotti sono stati aggiunti alla lista riservata alle specialità ottenute secondo regole tradizionali protratte nel tempo per almeno 25 anni, secondo la sedicesima revisione del censimento dei prodotti agroalimentari tradizionali delle regioni.

«E’ questo il risultato del lavoro di intere generazioni di agricoltori impegnati a difendere nel tempo la biodiversità sul territorio e le tradizioni alimentari», ha affermato il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo nel sottolineare che «si tratta di un bene comune per l’intera collettività e di un patrimonio anche culturale che l'Italia può oggi offrire con orgoglio ai turisti italiani e stranieri».

La Valle d'Aosta, con le sue 32 bandiere del gusto, chiude la classifica delle regioni italiane. Sul podio ci sono Campania (486), Toscana (460) e Lazio (396). A seguire si posizionano l'Emilia-Romagna (387) e il Veneto (378) davanti al Piemonte con 336 specialità e alla Liguria che può contare su 294 prodotti. A ruota tutte le altre regioni: la Calabria (269 prodotti tipici censiti), la Puglia (251), la Lombardia (247), la Sicilia (242), la Sardegna (189), il Friuli-Venezia Giulia (163), il Molise (159), le Marche (151), l'Abruzzo (148), la Basilicata (113), la provincia autonoma di Trento (105), l'Alto Adige (90) e l'Umbria (69) a precedere la nostra Vallée.

Nell'elenco 2016 – segnala la Coldiretti - troviamo numerose new entry tra cui, in Abruzzo U Sprusciat di Pizzoferrato, una soppressata sotto strutto ottenuta con le parti più pregiate del maiale, in Basilicata il Gilò di Maratea, un ortaggio della famiglia delle melanzana arrivato dal Brasile con il ritorno di emigranti del posto, con il quale si preparano ottimi sott'olio o i Cannarricoli di Viggianello, semplici dolcini fritti tipici delle feste; in Campania la Malaca, una bevanda alcolica ottenuta partendo da uve locali a bacca bianca raccolte a maturità molto avanzata o il Caciocchiato, un formaggio ottenuto da vacche pascolanti allo stato brado dalla forma di un'anguria americana, caratterizzato all'interno da un'occhiatura media e piuttosto diffusa; in Emilia Romagna le Offelle di marmellata, focaccette di pasta dolce romagnole con un ripieno di composta di mele che prendono spunto da una ricetta dell'Artusi; in Friuli-Venezia Giulia il Fagiolo antico di San Quirino, le Fave di Sauris o la Pera Pêr Martin, verde con qualche screziatura rossa, ottima per la distillazione. Ancora, nel Lazio la Ciambella all'olio, la pizza "Bbotata" (avvolta) e la Pizza varata, tutte di Sant'Angelo Romano; in Puglia i Cardoncelli, prelibati funghi che crescono spontanei nell’Alta Murgia, in Sardegna la Panada Assaminesa, una pasta ripiena di carne di agnello, patate e pomodori secchi; in Toscana l'Aglione della Val di Chiana, un aglio gigante (può raggiungere gli 800 grammi) dal caratteristico aroma, privo di allina e dei suoi derivati, dal profumo piccante ma molto più delicato di quello dell’aglio tradizionale; in Veneto la Pinza alla munara, prodotto rustico di panificazione a base di farina e olio d’oliva.

 

Clara Rossi

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