Ebola, il contagio in Valle d'Aosta «è molto poco probabile» - VIDEO

Ebola, il contagio in Valle d'Aosta «è molto poco probabile» - VIDEO

L'Azienda Usl ha predisposto la formazione del personale, ordinato dispositivi di protezione per i sanitari e informato i cittadini - A rischio solo le persone di ritorno dall'Africa occidentale

 

AOSTA. Il contagio da virus ebola in Italia è «molto poco probabile», ma la Valle d'Aosta è pronta a fronteggiare eventuali casi.

Lo ha assicurato il direttore sanitario dell'Azienda Usl della Valle d'Aosta, Massimo Veglio, in una conferenza stampa indetta per spiegare la procedura aziendale per la gestione dei casi sospetti.

La procedura, redatta da un gruppo di lavoro misto della Direzione Sanitaria, si applica sulle strutture che dovranno essere utilizzate nell'eventualità di casi sospetti, già controllate e adeguate per la gestione dei pazienti, e sul personale sanitario che sarà formato in tempi brevi per sapere come gestire i casi e come utilizzare con i dispositivi di protezione individuale che l'Azienda ha già ordinato e conta di ricevere a breve.

La conferenza stampa è servita però soprattutto a spiegare come devono comportarsi i cittadini per evitare allarmismi partendo dal fatto che finora in Valle d'Aosta non ci sono state segnalazioni di possibili casi. Le persone a rischio sono quelle che hanno soggiornato nelle aree dell'Africa occidentale colpite dall'epidemia, quindi Sierra Leone, Guinea, Liberia, Nigeria. «Se una persona ha la febbre ma non è stata in Africa, si comporta normalmente», ha detto Veglio. Se invece è di rientro da quei Paesi «è importante che non faccia finta di nulla»: anche se senza febbre, deve contattare il medico di fiducia e informarlo. «La persona deve restare in casa, possibilmente in una stanza isolata, e non deve recarsi al pronto soccorso né in ambulatorio» finché non sarà escluso il contagio. Sarà il medico di famiglia e l'infettivologo, la cui reperibilità è stata estesa h24 in via temporanea per i prossimi due mesi, a organizzare il trasporto in ospedale nei locali predisposti e i successivi controlli. Se il caso diventa conclamato, il personale sanitario dovrà contattare l'ospedale Sacco di Milano che organizzerà il trasporto con appositi mezzi allo Spallanzani di Roma, unico centro abilitato in Italia.

L'intera procedura attivata dall'Azienda sanitaria ha uno scopo preventivo, perché l'arrivo dell'ebola in Valle d'Aosta è sì improbile, ma non impossibile. «Non sarebbe giusto pensare di non fare nulla solo perché le probabilità sono poche», ha commentato il direttore sanitario annunciando l'attivazione di un tavolo di contatto con sindaci, prefetto e magistratura.

L'andamento dell'epidemia è variabile quindi è in atto un monitoraggio costante della situazione. Contro l'ebola «al momento non esistono terapie antivirali, ma solo terapie sintomatiche», ha spiegato il direttore medico di presidio Chiara Galotto. Il contagio non può avvenire da soggetti asintomatici e per evitarlo l'invito è naturalmente quello di non recarsi nelle zone a rischio. Possono però fare molto anche le normali abitudini igieniche quotidiane iniziando dal semplice gesto di lavarsi le mani con un normale sapone. E' noto che il virus è sensibile al cloro, ma «non si hanno informazioni sulla resistenza all'esterno del corpo». Le teorie secondo le quali il virus ebola, proveniente dalle zone calde dell'africa, "soffrirebbe" il freddo sono quindi smentite.

 

Elena Giovinazzo

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