Cgil, Cisl e Uil chiedono di abbattere il costo del lavoro e di vincolare la concessioni di aiuti al mantenimento dei posti di lavoro
AOSTA. Il terzo provvedimento che interviene sull'economia valdostana per supportare le attività nella fase post lockdown è stato al centro di due riunioni organizzate da Cgil, Cisl e Uil per un confronto congiunto. Articolo dopo articolo, le segreterie regionali e tutte le categorie aderenti hanno analizzato puntualmente le disposizioni della terza tranche di aiuti attualmente al vaglio delle Commissioni. Il responso non è del tutto positivo.
I segretari Vilma Gaillard (Cgil), Jean Dondeynaz (Cisl) e Ramira Bizzotto (Uil) sono concordi nel ritenere il provvedimento troppo sbilanciato a favore delle imprese. La questione occupazionale, spiegano, è del tutto trascurata.
"La principale perplessità", dicono, è che "praticamente in ogni settore, in maniera parallela per ogni aiuto pubblico a favore delle realtà imprenditoriali, non viene reso obbligatorio l'impegno di coloro che ricevono questi interventi di garantire il mantenimento occupazionale, con blocco dei licenziamenti e chiusura della cassa integrazione".
I sindacati segnalano inoltre la "preoccupante assenza di attenzione verso le fasce più deboli, ignorando le criticità collegate alla morosità involontaria, riguardo la quale è indispensabile prevedere delle risorse, altrimenti altissimi saranno i rischi a livello sociale".
Cgil, Cisl e Uil della Valle d'Aosta presenteranno alle Commissioni che stanno analizzando il provvedimento un documento che riassume punti critici e suggerimenti. Tra questi ultimi, i sindacati propongono un sistema "in grado di prevedere una scossa pianificando risorse per investire sul territorio con temi di interesse" e "pensando ad un progetto che vada ad abbattere il costo del lavoro, con una fiscalità di vantaggio".
Ennio jr Pedrini