Il ministro Speranza ha confermato l'alto rischio collegato all'emergenza Covid per la Valle d'Aosta. Prorogata l'ordinanza regionale del 6 novembre
Confermato l'alto rischio collegato all'emergenza Covid per la Valle d'Aosta. Prorogata l'ordinanza regionale del 6 novembre
AOSTA. La Valle d'Aosta rimarrà zona rossa fino alla fine della validità del Dpcm del 3 novembre scorso, ovvero fino al 3 dicembre. La conferma a quanto anticipato pochi giorni fa dal presidente della Regione Erik Lavevaz è arrivata con l'ordinanza firmata dal ministro della Salute, Roberto Speranza, che mantiene la nostra regione tra le aree ad alto rischio collegato alla diffusione del Covid-19.
Per entrare almeno in zona arancione non sono bastati per ora gli sforzi fatti negli ultimi giorni per migliorare la gestione della pandemia, dei tamponi e del tracciamento dei contatti, né è stato sufficiente l'ulteriore abbassamento dell'indice Rt sotto la soglia dell'1.5. Nel monitoraggio diffuso proprio ieri dal Ministero della Salute e dell'Istituto Superiore di Sanità infatti l'Rt medio sui 14 giorni della Valle d'Aosta risulta di 1.23 rispetto all'1.5 del monitoraggio precedente e all'1.54 di quello prima ancora.
Almeno ogni settimana il Ministero controlla l'andamento dei parametri dell'emergenza con la possibilità di cambiare la zona assegnata. Anche prima del 3 dicembre quindi la Valle d'Aosta potrebbe essere assegnata alla zona arancione. Per le aree nello scenario 3 il divieto di spostamento se non per motivi di lavoro, necessità e salute è sostituito dalla raccomandazione di evitare spostamenti. Di notte è in vigore il coprifuoco, i centri commerciali chiudono nei giorni festivi e prefestivi, i centri sportivi possono restare aperti, ma non possono fare altrettanto piscine, palestre, teatri, cinema.
Al di là delle ipotesi, per ora il "lockdown morbido" in vigore da inizio mese è mantenuto fino al 3 dicembre. Ieri il presidente della Regione Lavevaz ha rinnovato fino alla stessa data l'ordinanza n. 483 del 6 novembre scorso che mitiga alcuni divieti del Dpcm dando la possibilità di svolgere attività motoria al di fuori dei centri abitati su strade secondarie fino a quota 2.200 metri restando nel proprio Comune di residenza, permettendo di spostarsi per la manutenzione di orti e frutteti anche al di fuori del proprio Comune e consentendo anche gli spostamenti nella seconda casa situata sul territorio regionale per motivi "di manutenzione, di sicurezza e di controllo".
Marco Camilli