L'ipotesi zona gialla preoccupa gli esercenti di Aosta

I numeri dei contagi spaventano lavoratori ed esercenti, soprattutto se titolari di bar e ristoranti

 

Aosta

Valle d'Aosta a rischio zona gialla, un annuncio che da qualche giorno crea molta preoccupazione. Preoccupazione resa manifesta dal presidente della Regione, Erik Lavevaz, che in apertura del consiglio regionale dichiara: «L'aumento dei contagi registrato in altre zone d'Italia ha raggiunto anche il nostro territorio, con numeri che devono far riflettere per la prospettiva e la rapidità della crescita». 

Numeri però che spaventano lavoratori ed esercenti, soprattutto se titolari di bar e ristoranti, settore che più di altri ha conosciuto e pagato gli effetti delle restrizioni. Un ritorno in zona gialla infatti riporterebbe l’obbligo della mascherina all’esterno ma anche limitazioni nel numero massimo, quattro, di persone che potranno sedersi allo stesso tavolo.

«Spero che non sarà così» - dichiara la giovanissima titolare di Quot Café Green Bar, Joelle Melotto. «Altrimenti non possiamo andare avanti, non ce la faremmo proprio. L’obbligo di chiusura alle 18 dell’inverno scorso ci ha tolto tutti gli aperitivi e la serata, per noi la fonte di guadagno più grande, dandoci un’altra bella bastonata. Questa estate ci hanno fatto lavorare, ma comunque non è bastato: siamo stati fermi per troppo tempo. Ho aspettato fino al 15 novembre per assumere in vista della stagione e non potevo aspettare ulteriormente: venerdì iniziano i mercatini e mi sono organizzata. Spero davvero non sia così».

Una preoccupazione condivisa anche da Annamaria Cristiani, proprietaria dell’Hostaria del Calvino: «non so se riusciremo a sostenere una nuova stagione con restrizioni, dipende molto da come comincia e da cosa succederà a dicembre. È così assurdo che, dopo tutti i vaccini e l’istituzione del Green pass, si ritorni di nuovo da capo. Sembra una presa in giro».

Incredulo è anche Stefano Marchesin del Bar Davit che subito precisa: «O i numeri non sono giusti o il vaccino non funziona. Non so come andremo a finire, hanno anche caricato i costi delle materie prime. Ora stiamo preparando i panettoni e la differenza si fa sentire. La gente non ne può più e non so come potrebbe reagire a ulteriori restrizioni».

Tra le vie d’Aosta sono molti gli esercenti che rispondono con un «è meglio che non parli» o piuttosto con un «cosa vuole che le dica, conoscete la nostra situazione». Il clima di rassegnazione è dunque forte di fronte a un meccanismo che fa già presagire oltre la zona gialla e mette sulle uova l’ennesima stagione.

Di vedute più ottimistiche è Paolo Pesse, direttore della Scuola di sci di Pila: «Ci sentiamo tranquilli. Se è stato detto che lo strumento del Green pass è valido questo significa che in qualsiasi zona, gialla, arancione o rossa, chiunque lo abbia potrà andare a sciare. Altrimenti si ripeterebbe l'errore dello scorso anno e mi auguro che non si vada a toccare un settore che è già stato fortemente penalizzato. La gente ha voglia di sciare, si sente tutelata: stiamo vendendo più dell'ante-lockdown e si prospetta un grande Sant'Ambrogio e un grandissimo Natale. Abbiamo prenotazioni anche per quasi tutto febbraio, c’è un bel fermento e la voglia di tornare in montagna è grande».



Veronica Pederzolli

 

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