Le OO.SS. denunciano una gestione 'legata a vecchi schemi emergenziali'. L'Usl: 'non stiamo improvvisando'
Inizia tra le polemiche l'anno nuovo della sanità valdostana. Tra sindacati della dirigenza medica e sanitaria ospedaliera e Azienda Usl della Valle d'Aosta è infatti subito scontro a proposito della gestione della quarta ondata di contagi da Covid-19.
Gestione delle risorse legata a vecchi schemi emergenziali
«Di fatto, non siamo in una situazione di emergenza paragonabile allo scorso inverno», ma «la gestione delle risorse umane in ospedale (dirigenza medica sanitaria e comparto) è rimasta ancorata ai vecchi schemi emergenziali e senza i tanto richiesti adeguamenti», accusano in una nota congiunta Aaroi-Emac, Anaao-Assomed, Aupi, Cimo, Cisl Fp, Fp Cgil, Fvm, Savt Santé, Snr e Uil Fpl.
«Chi sovrintende alla gestione del personale operante nel presidio ospedaliero - affermano le OO.SS. - recluta volontari o precetta medici di qualsivoglia specializzazione (anche non equipollente o affine) per assistere i pazienti ricoverati per il Covid in base alla "logica" delle teste presenti nelle diverse strutture e non in base alle specifiche competenze. E le stesse modalità di azione sono applicate da chi gestisce il personale di comparto».
I sindacati spiegano di aver presentato alcune proposte di soluzione che tuttavia «non solo non sono state accolte, ma neppure prese in considerazione».
Ospedale di Aosta ciclicamente paralizzato
Secondo le organizzazioni sindacali della dirigenza medica e sanitaria ospedaliera «il perpetuarsi senza "mutazioni" e secondo schemi "superati" della gestione dei posti letto e del personale all'interno del presidio ospedaliero lasciano poca speranza. Trattasi ormai di un film già visto più volte e 3 ondate e quasi due anni di emergenza pandemica non sono stati sufficienti per cambiare il passo. Con questi presupposti, il rischio che la regione possa diventare “zona gialla” o addirittura “arancione”, ma non per motivi epidemiologici legati al virus, pare piuttosto concreto».
Proseguono i sindacati: «l'ospedale continua a essere ciclicamente paralizzato, con il personale sanitario che viene spostato da una parte all’altra, senza un progetto che preveda quali attività (anche ambulatoriali) siano effettivamente e temporaneamente “sacrificabili” e quali no, per evitare che l’accesso alle cure durante le ondate pandemiche sia ancora limitato ai soli pazienti che necessitano di ricovero per patologie urgenti o non differibili».
La replica dell'Usl
Da parte dell'Azienda Usl della Valle d'Aosta il comunicato stampa di replica alle accuse è arrivato a stretto giro. L'Usl «non sta improvvisando alcunché, e che ciò che sta applicando è il Piano per l'emergenza Covid, discusso definito ed approvato nel Collegio di direzione con la partecipazione di tutti i Direttori di Dipartimento, delle aree e del Coordinatore dell’emergenza stesso; ed infine che tale piano è stato oggetto ripetuto di discussione e confronto in azienda».
L'azienda sanitaria «ha interrotto tutte le prestazioni non urgenti (comprese quelle ambulatoriali) su indicazione del Ministero, esattamente come è avvenuto in tutta Italia, e come lo stesso sindacato scrivente in altre Regioni aveva sollecitato». Inoltre «se c'è una certezza appresa dalle precedenti ondate, è che non si può aspettare che gli eventi ci travolgano ma che dobbiamo sempre precederli».
Ancora l'azienda sanitaria di via Guido Rey precisa: «l'assistenza ai pazienti Covid non può essere in carico solo ai medici internisti o di area medica, ma deve essere garantita anche dai medici di area chirurgica (i più alleggeriti dalla sospensione dell'attività non urgente), così come lodevolmente è sempre stato fatto. L'emergenza è tale che non può essere assorbita da una parte sola dell’organizzazione, nessuno se ne può chiamare fuori».
Valle d'Aosta ancora in zona bianca
«Almeno al momento attuale la regione Valle d’Aosta è ancora in zona bianca, a differenza dei tute le regioni vicine nel nord Italia, che hanno già cambiato colore o che lo cambieranno da lunedì», evidenzia ancora l'Ausl.
Infine, la questione concorsi. «L'Usl ha bandito concorsi per 47 medici di 23 specialità. I bandi sono chiusi da poco. Purtroppo, i partecipanti, inferiori alle necessità, sono in gran parte non ancora specialisti, non reclutabili nell’immediato. In ogni caso, i primi concorsi sono in programmazione in tempi molto brevi. In alcune specialità - conclude la nota - vi è una buona adesione, in controtendenza, frutto di contatti e di lavoro di rete; Assessorato e Azienda hanno messo in campo tutti gli incentivi economici possibili per riconoscere lo sforzo e l’impegno del personale sanitario.»
Clara Rossi