L'Istituto storico della Resistenza: nei nostri confronti un attacco diretto

L'Istituto accusa: tentativi di limitare la nostra attività, autonomia e indipendenza

 

Istituto storico della Resistenza

"L'Istituto storico della Resistenza è stato oggetto in questi ultimi mesi di un attacco diretto volto non solo a limitarne l'attività ma più in generale a limitarne l'autonomia e l'indipendenza". Inizia così il comunicato con cui l'Istituto storico della Resistenza e della società contemporanea in Valle d'Aosta fa sentire la propria voce sulle recenti vicende che lo riguardano. Vicende di cui si sono occupati i giornali e che ora l'Istituto riporta direttamente, stigmatizzandole.

La questione della riduzione degli insegnanti distaccati da due a uno "costringe automaticamente una delle più importanti istituzioni valdostane alla chiusura", dice l'Istituto che ha sede ad Aosta. E ancora: le "continue richieste di chiarimenti e di informazioni sulla sua attività scientifica, sulla sua offerta formativa e sulla sua attività di bilancio è stata messa in campo un'azione articolata, deliberata, mai avvenuta in passato nei suoi 49 anni di storia, che ha costretto l’Istituto ad una immediata e determinata reazione".

L'Istituto rivendica infatti la propria autonomia e indipendenza scientifica e culturale, "una regola fondamentale per tutte le istituzioni scientifiche in un paese democratico". Le decisioni prese nei suoi riguardi dal governo regionale sono "scelte politiche di cui ci si deve assumere l'intera responsabilità di fronte alla comunità valdostana". In particolare "l'indirizzo dell'attività scientifica, di ricerca e offerta didattico-formativa, sono di esclusiva pertinenza degli organi statutari dell’Istituto" e il controllo sul bilancio dell'ente "è di esclusiva pertinenza dei suoi organi statutari". Il ritardo nel versamento del contributo previsto per legge "non trova giustificazione alcuna".

La situazione è stata discussa con il presidente della Regione a metà dello scorso mese. Il 31 luglio quindi, il Consiglio direttivo ha preso una decisione: dimissioni in blocco il 1° settembre se non saranno accolte tre richieste. Anzitutto la conferma di due unità di personale quale "soglia minima di sopravvivenza", poi il versamento da parte della Regione del contributo annuale e infine una modifica alla normativa per fissare "in via definitiva reciproche forme di concertazione e collaborazione, ma anche più puntuali elementi volti ad assicurare l'operatività futura dell'Istituto nonché la sua autonomia e la sua indipendenza scientifica e culturale".

"Il 2 agosto scorso - ricorda ancora l'Istituto storico della Resistenza - il Consiglio regionale ha approvato la legge regionale n. 14 che per i prossimi anni, fino al 2028, dovrà strutturare una complessa attività e riflessione sul futuro della democrazia e dell’autonomia valdostana in continuità con la sua tradizione che trova fondamento nei valori fondativi della Resistenza. In questo vasto e ambizioso progetto politico e culturale l’Istituto, insieme all'Università, alla Fondation Émile Chanoux e naturalmente alla Regione, ha un ruolo non solo scientifico e culturale ma anche operativo di lavoro concreto, di continuità e d’impegno".

Il Consiglio direttivo è chiaro nella sua posizione: "se l'Istituto storico della Resistenza continuerà ad esistere lo farà su queste basi non negoziabili perché sono fondamento della sua operatività minima, ma soprattutto sono fondamento della sua autonomia e indipendenza scientifica e culturale". Altrimenti, saranno dimissioni in blocco.

 

 

Clara Rossi

 

 

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