Suicidi in carcere, i Garanti dei detenuti: intervenire con la massima urgenza

La Garante valdostana: a Brissogne 10 tentativi sventati, serve rafforzare prevenzione e rieducazione

 

Adele SquillaciLa Conferenza nazionale dei Garanti dei detenuti lancia un appello sulla necessità di intervenire «con la massima urgenza» per prevenire i suicidi in carcere, sia dei ristretti che degli agenti di polizia penitenziaria.

Solo quest'anno, i Garanti segnalano già trentuno casi di suicidio in tutta Italia. In Valle d'Aosta, la Garante Adele Squillaci spiega che non ci sono stati casi, però si registrano dieci tentativi. A questi vanno aggiunti 976 "eventi critici" tra aggressioni, minacce, danneggiamenti, violazioni di norme penali.

Per la Garante dei detenuti della Valle d'Aosta, occorre «continuare anche a Brissogne, da un lato, a prevenire atti di autolesionismo o ideazioni suicidarie con l'instancabile opera della Direzione carceraria, degli educatori, della Polizia penitenziaria, del personale medico e paramedico, dall'altro, a realizzare attività mirate alla rieducazione, con l'apporto, sempre presente, anche dell'Associazione valdostana volontariato carcerario, degli operatori della Caritas, delle cooperative sociali, del cappellano e degli altri ministri di culto».

Serve poi proseguire e rafforzare il reinserimento della persona che torna in libertà con percorsi formativi e lavorativi interni ed esterni all'istituto penitenziario. «Dalla Direzione carceraria, dall'Ufficio esecuzione penale esterna, dall'Associazione valdostana volontariato carcerario e dai vari soggetti che operano in favore dei ristretti - segnala ancora l'Ufficio della Garante - sono emerse più volte la difficoltà, la solitudine e l'abbandono di cui risentono non solo il detenuto, ma anche chi esce dal carcere, spesso senza una famiglia, una casa e un lavoro, possibili cause di recidiva. La Garante rammenta che, in questo momento, l'Amministrazione penitenziaria e l'Istituto di Brissogne risultano carenti di personale, soprattutto nel settore contabile, amministrativo ed educativo».

In questo contesto «non solo il personale dell'Istituto, ma anche tutti coloro che si relazionano con i ristretti (sanitari, docenti, avvocati, volontari, ministri di culto, garanti territoriali…) devono convergere nel rilevare "eventi sentinella" cogliendo per tempo segnali importanti e significativi, evitando così una sconfitta complessiva per la società che si traduce, purtroppo, nella perdita di una vita umana».

 

 

Elena Giovinazzo

 

 

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