Una riservatezza inutile e un atteggiamento del servizio di sicurezza irritante
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AOSTA. Che stava arrivando lo si era intuito il 29 dicembre, quando la mattina un Falcon ha compiuto la prova tecnica di un atterraggio al Corrado Gex. Che era certamente lui lo si è scoperto il giorno successivo quando alle 19.00 si è saputo che il volo in questione, proveniente da Roma, doveva fare tappa a Firenze. Verso le 21.30 è infine atterrato sulla pista dell'aeroporto regionale con il suo aereo bianco in una valle imbiancata dalla neve. Sembra l'inizio di una favola e invece è l'inizio di una strana cronaca della visita del nostro presidente del Consiglio in Valle d'Aosta.
E' comprensibile che Matteo Renzi, oltre che vestire i panni del premier, abbia voluto per qualche giorno essere un "semplice marito" e un "normale"papà". Ma lui è un uomo che ha fatto del cambiamento la bandiera della sua ascesa al potere. E allora il suo rifiuto al contatto con i giornalisti stride e irrita.
Proprio in un periodo difficile come questo servirebbe maggiore comunicatività. Matteo Renzi non è il nostro premier per una imposizione dall'alto, ma per una sua libera scelta. Pertanto l'opinione pubblica si aspetta, proprio in momenti come questi, un atteggiamento più comunicativo. Invece il giorno della sua partenza il suo servizio di sicurezza ha imposto condizioni umilianti ai giornalisti che erano da ore in attesa all'aeroporto per svolgere il proprio lavoro. Dopo un allontanamento progressivo dall'ingresso del Corrado Gex, operatori e giornalisti sono stati confinati a 200 metri nella strada che immette sulla Statale.
Che cosa si sarebbe potuto riprendere da quel punto? Le auto che di corsa entravano nello scalo? E cosa sarebbe accaduto se Renzi avesse salutato la Valle d'Aosta attraverso i media presenti? Cosa sarebbe potuto succedere se un video o una fotografia lo avesse immortalato mentre salutava le autorità regionali, che erano da più di due ore in attesa?
E' un problema di immagine. Quella di un premier che è arrivato di notte e di notte se ne è andato dalla Valle d'Aosta cercando di non farsi riprendere da telecamere e macchine fotografiche. Un comportamento non bello, che non aiuta a sentirsi in sintonia con lui.
Noi di Aostaoggi siamo riusciti a trovare una postazione singolare da dove abbiamo potuto realizzare, un po' a fatica, l'unico video presente in rete del decollo del Falcon di Stato. Questo video si trova su aostaoggi.tv e su youtube.com ed è stato ripreso anche da youreporter.
Marco Camilli