A Verrès il tradizionale appuntamento dei sindacati con la Festa dei Lavoratori incentrata quest'anno sulla sicurezza
«Lavoro significa dignità. Chi lavora ha un ruolo nella società, può progettare il proprio futuro, sentirsi parte di una comunità. Ma non basta un lavoro qualsiasi: serve un lavoro giustamente retribuito, che riconosca il valore della persona». Claudio Albertinelli, segretario Savt Valle d'Aosta, lo ha sottolineato in occasione del discorso per la Festa dei Lavoratori che anche quest'anno si è svolta, come tradizione, a Verrès.
Il Primo Maggio è stata dunque l'occasione per sollevare ancora una volta il problema dei salari in Italia, di cui ha parlato nei giorni scorsi anche il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, e di parlare anche di un'altra irrisolta problematica: quella della sicurezza sul lavoro. Che era proprio il tema della Festa dei Lavoratori del 2025.
«In Valle d’Aosta, nel 2024 si sono registrati 1.031 infortuni sul lavoro, con 4 vittime. E i dati dei primi mesi del 2025 sono in ulteriore aumento, da 232 a 244 nel primo bimestre, tra questi anche un morto», ha ricordato il segretario Savt invocando un cambio di mentalità. «La sicurezza non può essere considerata un costo, né un adempimento formale: è una priorità. Bisogna responsabilizzare maggiormente i datori di lavoro, ma anche rafforzare la cultura della sicurezza tra i lavoratori, perché spesso gli incidenti accadono durante gesti ripetuti, che non vengono più percepiti come pericolosi».
Albertinelli ha quindi invitato tutti - dal governo ai sindacati stessi - ad una maggiore coesione e concretezza. «L'unità deve valere anche tra istituzioni, parti sociali, associazioni e politica. La Valle d’Aosta è piccola nei numeri, ma grande nelle sue risorse e nella sua storia. Solo se smettiamo di guardarci con diffidenza, e iniziamo ad ascoltarci davvero, potremo affrontare sfide come il calo demografico, le carenze nel sistema sanitario, la fuga dei giovani». Allo stesso tempo però il segretario Savt ha rimarcato un certo immobilismo: «abbiamo presentato le nostre proposte, ma i tavoli non sono ancora stati aperti. Oggi lanciamo un appello: chiamateci. È il momento di assumerci, tutti insieme, la responsabilità di dare risposte concrete a chi vive nell’incertezza».
La festa del Primo Maggio è stata quindi l'occasione per ricordare il passato. «È una ricorrenza che affonda le sue origini nel sangue versato da chi, nel 1886 a Chicago, ebbe il coraggio di chiedere condizioni di lavoro più giuste. Allora si lavorava fino a 16 ore al giorno, e quei manifestanti reclamavano una giornata lavorativa di otto ore. La protesta si concluse con morti e feriti, e pochi giorni dopo otto lavoratori furono impiccati».
Per tracciare la strada del futuro, il segretario Savt ha citato Papa Francesco. «Il lavoro è la sfida del nostro tempo. Senza lavoro degno e ben remunerato i giovani non diventano veramente adulti, le disuguaglianze aumentano. A volte si può sopravvivere senza lavoro, ma non si vive bene. Il lavoro non deve essere solo una fonte di guadagno, ma anche di realizzazione personale e di servizio alla comunità».
E.G.