Saranno i Comuni di Aosta, Charvensod e Quart a deciderne l'utilizzo
AOSTA. Potrebbero diventare la sede di comunità di recupero i beni confiscati in Valle d'Aosta alla famiglia Nirta nell'ambito dell'operazione su un'associazione dedita al traffico internazionali di stupefacenti. Se ne è parlato questa mattina in consiglio regionale.
«Il Tribunale di Aosta ci ha trasmesso la scorsa settimana il provvedimento definitivo di confisca» ha spiegato il presidente della Regione Augusto Rollandin nel rispondere ad una interpellanza illustrata dal consigliere di Alpe Alberto Bertin. I beni in questione, in base al decreto "antimafia" del 2011, saranno trasferiti alle Amministrazioni comunali in cui sono situati - quindi ai Comuni di Aosta, Charvensod e Quart - e queste potranno gestirli direttamente oppure, cosa preferibile, affidarli a titolo anche gratuito alle associazioni che si occupano di riabilitazione dei tossicodipendenti.
«Il soggetto competente ad adottare il provvedimento di destinazione dei beni confiscati è l'Agenzia nazionale per l'amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata, che ha di norma 90 giorni per l'adozione del provvedimento, prolungabili di altri 90» ha precisato Rollandin. Una volta che i Comuni avranno deciso come utilizzare questi beni il governo regionale «potrà eventualmente intervenire per sostenere i progetti» di riutilizzo, ha aggiunto ancora il presidente della Regione.
Nella replica Bertin ha ribadito l'importanza di un rapido riutilizzo, soprattutto se a scopo sociale. «Si tratta di beni sottratti a malavitosi che si sono arricchiti col traffico di droga e la comunità se ne deve riappropriare. E' un segnale che non può essere sottovalutato», ha detto suggerendo di sottoscrivere delle convenzioni con l'Agenzia che gestisce questi beni sulla falsa riga di quanto già attuato dalla Regione Piemonte.
C.R.