Le storie di due giovani uomini e le riflessioni degli operatori della cooperativa Arc en Ciel
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AOSTA. Migranti, sicurezza, terrorismo: tre parole e tre temi che da mesi sono di attualità per l'Europa intera. Dopo gli attentati di Parigi prima e di Bruxelles poi, la paura e la diffidenza è un sentimento che si sta velocemente diffondendo tra gli abitanti delle grandi città come dei piccoli centri e dei piccolissimi paesi, anche in Valle d'Aosta.
La nostra regione ospita dallo scorso anno alcune decine di migranti. Persone sconosciute che provengono da Paesi sconosciuti e che si sono messe in viaggio verso mete altrettanto sconosciute. Chi sono questi migranti? Da dove provengono? Perché sono arrivati in Europa, in Italia, in Valle d'Aosta? E soprattutto, cosa faranno dopo? Se non verrà riconosciuto loro lo status di rifugiato, torneranno nel Paese di origine? In caso contrario resteranno in Valle? Come vivranno e come troveranno casa e lavoro?
Alle tante domande tenteremo di dare una risposta con la serie di interviste ad alcuni giovani uomini arrivati ad Aosta diversi mesi fa ed agli operatori della cooperativa Arc en Ciel che li ospita. Interviste che toccano anche il tema degli attentati in Belgio dai quali gli Migraintervistati prendono le distanze affermando che nessuna religione, ma nemmeno l'appartenenza al genere umano, può giustificare fatti di questo genere.
Marco Camilli