Il Festival di Sanremo... visto dai social (seconda puntata)

Seconda serata di Sanremo e seconda serata incollati al divano con il pc pronti a commentare in un salotto virtuale, lo stesso di ieri, ogni avvenimento.

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Si inizia con la categoria giovani. In un anticipo della serata, i quattro interpreti emozionatissimi si giocano in tre minuti il futuro, cantano, e poco dopo arriva il verdetto. Si salvano in due dei quali per ora non rimane traccia nella nostra memoria se non il nome Guasti e Lamacchia. Il tutto è durato neanche mezz'ora votazione compresa, quasi un siparietto della manifestazione. Scarsa attenzione ai giovani che Crozza farà presente nella sua performance. Coro unanime nella "bacheca": anche stasera non è uscito un nuovo Eros (per la cronaca Eros Ramazzotti vincitore delle voci nuove nel 1984).

Si arriva quindi al vero inizio della serata. Nel buio totale prendono vita tra luci e ombre gli ologrammi dell'illusionista giapponese Hiroki Hara, apprezzato in particolare dagli spettatori più giovani. La prima della serata è Atzei, bella come il sole, con una canzone orecchiabile che incontra il gradimento di molti, anche se alcuni azzardano la frase "puro stile sanremese" che in seguito verrà ripetuta spesso! Ecco Masini, in due tre conveniamo che con quella barba assomiglia a Garibaldi e, alcune più, cattive invece dicono che più invecchia e più capelli gli crescono. Sulla canzone diciamo poco, anche se la critica ce la propone come una delle migliori scritte dal cantante. Probabilmente va riascoltata, come moltissime altre. E' proprio vero che critica e pubblico difficilmente sono in accordo.

Sul palco arriva "il capitano": Francesco Totti. La bacheca si scalda, ma anche la platea dell'Ariston non è da meno. Di questo giocatore ne parla bene chiunque, anche se appartenente ad altre squadre, e non si può non stimare una persona che per tanti anni è rimasto fedele alla sua città, rimanendo la persona semplice che è sempre stata dimostrandolo anche stasera con le risposte all'intervista, diciamo pure banale, sostenuta con Carlo e Maria.

Il primo duetto in gara, Nesli e Alice Paba, non lascia il segno e sono anche a rischio eliminazione. Lo stesso non si può dire del "gigante buono" al secolo Sergio Sylvestre, che con i suoi 2,08 m di altezza riempie lo schermo e incanta con la voce. Tutti ci rendiamo conto che la canzone c'è!

Chi si aggiunge in ritardo al nostro spettegolare virtuale e ci chiede cosa si è persa e in coro rispondiamo: "nulla, serata moscetta, giusto er Pupone". In effetti lo spettacolo non decolla, sicuramente non per noi.

E' il turno di Michele Bravi... che ci lascia un po' senza parole perché proprio non abbiamo nulla da dire. Le più anziane chiedono da dove sbuchi, ci viene risposto da "Amici". Mezzo festival, se non i due terzi, proviene dai talent, qualcuno sentenzia. D'altronde una volta da dove arrivavano? Da Castrocaro, (per i più giovani: festival delle voci nuove) dalle feste di piazza dal Disco per l'Estate, cambiano i tempi e ovviamente le modalità si adeguano.

E' il turno di Gigi D'Alessio che dopo anni (era il 1992 quando Luca Barbarossa ci cantava 'Portami a ballare') propone una canzone dedicata alla mamma. Che dire? Tutti noi sussurriamo salomonicamente che il cantante ha pur sempre i suoi estimatori, ma nessuno tranne un paio "timidamente" ammette che sì forse, in fondo, dopotutto, non fa brutte canzoni (certo non sono male, diciamo tutte uguali?).

Dopo anni di assenza rientra Paola Turci, elegante con uno smoking nero di basso profilo ma di alta sartoria. La sua canzone convince tutti, anche chi conosce poco l'artista. All'arrivo sulla scena di Francesco Gabbana, con il suo maglioncino arancione, si rimane un po' basiti tutti, ma la canzone c'è. Le parole sono un po' criptiche, però porta spettacolo, allegria e musica gradevole e non banale. Moltissimi di noi stanno aspettando "lo Zarillone", come qualcuno lo chiama, ed eccolo: garbato elegante semplice, canzone adeguata con un ottimo refrain, ma non rilascia emozione e molti, finita l'interpretazione, rimangono un po', anzi tanto, perplessi. Tra gli ultimi due ad esibirsi ci sono Chiara, anche lei ex talent, con una canzone carina ma non di impatto e che va riascoltata ed infine un altro duo, Raige e Giulia Luzi, al quale si può riconoscere il coraggio del brano proposto ma che sono a rischio eliminazione, come l'altro duo.

Crozza come al solito è ottimo e pungente, non risparmia nessuno, anche se la sua più grande preoccupazione è convincere tutti di essere in diretta. Dell'ospitata di Keanu Reeves in molti ci siamo chiesti l'utilità e qualcuna con estrema concretezza ha risposto: serve a rifarci gli occhi! Decisamente più coinvolgente Robin Willians che ci ha regalato l'ultimo suo pezzo, bellissimo, e nulla più, giusto un paio di parole in un italiano improponibile riuscendo a sbagliare anche la parola "Grazie" dicendo "Grazi". Qui ci viene spontaneo dire che, con tutto quello che sicuramente avrà percepito come compenso, almeno un paio di canzoni ci sarebbero state bene".

A Sanremo si è formato un nuovo trio di comici, questa volta di romani in risposta al trio toscano dell'anno scorso, formato da Brignano, Cirilli e Insinna. Questa reunion è stato un momento di dirompente comicità (azzardo?) superiore al trio di Conti, Panariello e Pieraccioni.

Conduzione ineccepibile con Carlo Conti che affabilmente cede sempre la scena a Maria, che pur riempiendola di luce propria, non offre minimamente il fianco a chi ci vuole vedere, in tutto ciò, uno spodestamento.

A quest'ora della serata piano piano siamo passati ai saluti, l'opinione diffusa è che sicuramente abbiamo assistito ad un bello spettacolo ma sottotono rispetto la serata precedente. Eravamo forse abituati troppo bene e le aspettative erano altissime... a domani, spero, sonno permettendo.

 

Tiziana Tuzza

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