La crisi dei Casinò in Italia: "rien ne va plus"

La crisi dei Casinò in Italia: "rien ne va plus"

 

Non solo Saint-Vincent: ecco una panoramica della situazione delle altre case da gioco italiane

AOSTA. In Italia ci sono quattro casinò, aperti e funzionanti in deroga agli articoli dal 718 al 721 del codice penale che vietano l'esercizio del gioco d'azzardo: il casinò di Campione a Campione d'Italia, un'exclave italiana in territorio svizzero, il casinò di Venezia, il casinò di Sanremo, in Liguria, e l'ex Casino de la Vallée di Saint-Vincent, in Valle d'Aosta, che recentemente ha cambiato nome in Saint-Vincent  Resort & Casinò. Tutti i casinò italiani sono in crisi da anni.
Le cause della crisi sono molte, secondo gli esperti del settore. Ovviamente c'è la generale crisi economica ma ancora prima il numero di ingressi era calato con l'introduzione della legge che vieta di fumare nei luoghi chiusi. Altre cause più specifiche del settore del gioco d'azzardo che hanno contribuito alla crisi dei casinò sono lato la diffusione del gioco d'azzardo online e l'aumento di popolarità di giochi come i gratta e vinci e il Superenalotto.
Ogni anno il settore del gioco d'azzardo legale italiano fattura 88 miliardi di euro a cui vanno sottratte le vincite e le tasse. Metà però arriva dalle slot machine: il numero di persone che le usano è cresciuto del 191 per cento tra il 2008 e oggi. Il contributo dei casinò è decisamente più ridotto.
Il mercato del gioco d'azzardo è in crescita mentre quello dei casinò è in crisi perché mentre il numero di punti-gioco con le slot machine e i videopoker è aumentato, i casinò  restano accessibili solo per chi ha la disponibilità economica di spostarsi fino ai quattro esistenti, che si trovano tutti in zone periferiche del paese.

CASINO' DI CAMPIONE - E' quello che tecnicamente si definisce un'exclave, ovvero un frammento di territorio statale circondato dal territorio di un altro Paese, confinante con le Alpi svizzere e il lago di Lugano, anch'esso elvetico al 100%. Vige un regime doganale svizzero, con un'imposizione Iva dell'8% e i cittadini pagano circa il 36% di imposte meno che in Italia.
La valuta utilizzata è il franco svizzero, moneta con la quale sono pagati anche gli stipendi. Il costo della vita è elevato, per cui i dipendenti comunali ricevono un'integrazione, l'assegno di exclave, mentre i lavoratori statali godono di un assegno di confine. Lo Stato italiano si preoccupa anche delle persone in ritiro garantendo integrazioni alle loro pensioni.
Le banche, tuttavia, soggiaciono alle leggi italiane, anche se molti imprenditori vi hanno stabilito la residenza fiscale per trarne vantaggi. I problemi a Campione derivano dal fatto che i dipendenti comunali vengono pagati in franchi, ma le entrate del Comune arrivano dal casinò in euro, ora svalutato rispetto alla moneta elvetica. E la casse pubbliche si sono prosciugate
Il primo cittadino Marita Piccaluga, che fa fatica a pagare gli stipendi dei 104 dipendenti comunali, ha anche inviato una lettera al Presidente della Repubblica ed Presidente del Consiglio, all'interno della quale è presente un appello, affinché non sia pregiudicato lo sforzo in relazione alla crisi dell'euro nei confronti del franco svizzero, moneta corrente a Campione d'Italia. Il Casinò di Campione è sempre stato il bancomat dei campionesi: la gente entrava, giocava e nelle casse dell'amministrazione arrivavano soldi a palate, miliardi di lire, milioni di euro. Tanto da assorbire quasi tutta la forza lavoro disponibile in città. I campionesi o lavorano in municipio o alla casa da gioco, sì è detto per settant'anni. Ma oggi non è più vero, perché il bancomat dell'exclave italiana in Svizzera si è inceppato. Il caro-franco fa piangere Campione d'Italia.

CASINO' DI VENEZIA - Anche questo è a rischio chiusura, addio alla storica sede di Ca' Vendramin. Nella bisca autorizzata dalla Serenissima e aperta nel 1638, si entrava solo indossando una maschera: gli unici a volto scoperto erano i Barnabotti, nobili decaduti riciclati come croupier. Quattro secoli dopo, Venezia, la città che ha tenuto a battesimo il gioco d'azzardo legalizzato, rischia di perdere il simbolo della sua casa da gioco. Ca' Vendramin , palazzo affacciato sul Canal Grande e dimora di Wagner negli anni in cui compose il Parsifal, è dal secondo dopoguerra sede del Casinò della città. Dal primo gennaio del 2018 potrebbe restare aperta solo la sede di terraferma, Ca' Noghera. È quanto accadrà se, entro due settimane, in vista del voto del consiglio comunale sul nuovo piano industriale, Comune e organizzazioni sindacali non troveranno un accordo per risanare il bilancio.
Due milioni di perdite l'anno scorso, altri due già accumulati nei primi quattro mesi del 2017. Il Comune ha deciso di ricapitalizzare, con 7 milioni di euro, di cui 4 per investimenti. In assenza di un accordo, fa sapere il Comune, “la società procederà con la disdetta del contratto”. E se ancora non dovesse bastare, niente più chemin de fer o black jack nelle stanze di Ca' Vendramin.  Senza equilibrio di bilancio Palazzo chiuso al gioco dal primo gennaio 2018 con le conseguenti ricadute sul personale.

CASINO' DI SANREMO - Gli incassi sono scesi oltre della metà rispetto al periodo felice del 2004/2005, quando nelle casse entravano oltre 100 milioni di euro. "Il casinò è da sempre un punto di riferimento per il territorio ed è un luogo di incontro per numerose iniziative culturali e ricreative", sottolinea Giancarlo Prestinoni, direttore generale del casinò.
Il sindaco Alberto Biancheri esprime delle perplessità e preoccupazioni sull'andamento e i progetti relativi al Casinò. Il Casinò di Sanremo da sempre si è reso promotore del Gioco Responsabile, cercando di mantenere il gioco come esclusivo ed innocuo intrattenimento. É per questo che invita tutti i propri utenti ad osservare alcune semplici norme di comportamento, per far sì che il gioco continui ad essere un piacere e non diventi una patologia: definire un budget per il gioco che sia compatibile con le proprie possibilità economiche e fare in modo di non superarlo, non chiedere prestiti per giocare, non esagerare con la frequenza di gioco, non giocare per "recuperare le perdite", non considerare il gioco come un rimedio per risolvere problemi e preoccupazioni, non mentire ad amici e parenti rispetto alle somme che si sono spese per il gioco, non giocare se ci si sente annoiati, tristi, tesi, ansiosi, preoccupati.
La classifica degli incassi 2016/2017 vede in testa alla graduatoria il casinò di Venezia Ca' Nogara, secondo posto Campione d'Italia, terzo posto per Saint-Vincent e ultimo il casinò di Sanremo.
Un altro problema dei casinò italiani, secondo Pietro Conca, ex direttore dei Casinò di Saint-Vincent e di Sanremo, è che non sono stati in grado di trasformarsi e mantenere la fama di luoghi prestigiosi e mondani che avevano in passato, come invece hanno fatto i casinò di altri paesi europei, tra cui quelli sloveni, frequentati anche da molti italiani.
Sotto i lampadari liberty, gli stucchi di un gusto un po' pacchiano si incontrano turisti cinesi e russi con le camicie a fiori. Le slot coprono il 70/80% delle entrate. Lì si trovano casalinghe con il sedano che esce dalla borsa, oppure ricconi con pacchi di euro tra le mani che non sanno come spendere.
Il casinò non è più l'ambiente patinato e ricercato di un tempo. Niente abito da sera per le signore e smoking o cravatta per gli uomini: è sufficiente non entrare in ciabatte e bermuda.

 

Laura Uglietti

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