Quattordici morti sulle Alpi nel fine settimana

Quattordici morti sulle Alpi nel fine settimana

 

Quattordici morti in due giorni, tra cui sette italiani: è il tragico bilancio degli incidenti avvenuti del fine settimana appena concluso sulle Alpi italiane, francesi e svizzere. Molti di loro si sono trovati impreparati di fronte alle pessime condizioni meteo, altri sono scivolati nel vuoto o sono stati travolti da valanghe.

Cinque italiani sono rimasti uccisi in una bufera di neve a 3.000 metri lungo la Haute Route, percorso che collega il Monte Bianco (da Chamonix) al Cervino (Zermatt) e insieme a loro una donna bulgara di 52 anni. Tra i deceduti ci sono la guida italiana Mario Castiglioni di 59 anni e tre escursionisti di Bolzano, Elisabetta Paolucci (44 anni) e i coniugi Marcello Alberti e Gabriella Bernardi (53 anni entrambi). Insieme a loro c'erano altri gruppi di alpinisti. Alcuni sono stati recuperati e sono ricoverati in ospedale.

Sulle Alpi di Belluno invece sono morti il trentunenne Enrico Frescura e il ventottenne Tiziano Maregon, entrambi del Soccorso alpino Dolomiti Bellunesi, scivolati lungo il Canale Oppel.

Tra le vittime del fine settimana anche l'escursionista russa morta con le ciaspole sul Monte Rosa e due scialpinisti d'Oltralpe morti sul versante francese del Monte Bianco e sulll'Aiguille du Midi. Nel tragico elenco anche due alpinisti svizzeri di 21 e 22 anni trovati privi di vita sulle Alpi bernesi e ancora un francese deceduto nel cantone vallese travolto da una slavina.

Dopo l'incidente mortale lungo la Haute Route il Collegio Nazionale Guide alpine Italiane e il Collegio Regionale Guide alpine Lombardia hanno espresso cordoglio per la scomparsa di Mario Castiglioni e dei suoi compagni. L'itinerario Chamonix-Zermatt era «una traversata classica che (Castiglioni, ndr) aveva percorso tante volte nella vita», scrivono. «Di fronte a questa tragedia, tutti i nostri pensieri sono rivolti alle famiglie e ai parenti delle vittime; vogliamo mostrare loro il nostro pieno sostegno e solidarietà, e facciamo del nostro meglio per assisterli e per aiutare a chiarire le circostanze di questa tragedia».

 

Marco Camilli

 

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