Nella morte di Federica Banfi, milanese, avrebbe giocato un ruolo anche la velocità non "prudente"
AOSTA. Ci sarebbe una corresponsabilità tra più soggetti nella morte di Federica Banfi, diciannovenne di Canegrate (Milano) deceduta la notte di Capodanno sull'autostrada A5, nello scontro tra un pullman e un minivan dell'oratorio.
Sin dai primi accertamenti post incidente era emersa la presenza di ghiaccio sul manto stradale. Il minivan su cui viaggiava Banfi aveva incontrato una di queste lastre ghiacciate mentre procedeva in autostrada all'altezza di Châtillon. Il mezzo, finito fuori controllo, si era poi messo di traverso sulla carreggiata ed era stato centrato dal pullman che lo seguiva.
Nello scontro, stando alla perizia, avrebbe quindi giocato un ruolo sia la gestione da parte di Sav della situazione meteo sia la velocità dei due veicoli. La perizia si concentra in particolare sull'organizzazione del servizio dei mezzi spargisale e sulle modalità di segnalazione del rischio ghiaccio da parte della società che gestisce la tratta. E' stata anche calcolata la velocità a cui procedeva il pullman: 85 chilometri orari, troppi secondo le conclusioni dei periti. Il conducente del minivan era un po' più lento, ma comunque troppo veloce per considerare "prudente" la sua guida.
Marco Camilli