"Il pizzo ai commercianti? In Valle d'Aosta su 50, 46 se la cantano..."

AostaAOSTA. Da giorni stanno emergendo stralci del provvedimento con il quale la procura della Repubblica di Torino ha emesso i provvedimenti di arresto che hanno interessato personaggi noti e meno noti della società valdostana. Sembrerebbe per certi versi di trovarci in un libro noir con venature quasi da commedia, invece è tutto tristemente vero.

Il gip spiega che la presenza in Valle d'Aosta della 'ndrangheta ha «sempre assunto caratteristiche particolari, imposte dalla necessità di rendersi sempre meno visibile». Da alcune delle intercettazioni si intuisce come la strategia di base sia di non farsi avanti con le gente comune, i commercianti in particolare, in quanto il rischio di denuncia è troppo alto. La politica, al contrario, viene considerato il canale "giusto" per infiltrarsi nel tessuto valdostano.

L'importanza del passare praticamente inosservati è spiegata in una conversazione riportata nell'ordinanza e intercettata nel luglio 2000 fra tre personaggi che al gip non risultano «appartenere alla locale», ma che «mantenevano con lo stesso stretti e rispettosi contatti e svolgevano comunque attività illecite».

«Ad Aosta non si può fare niente», diceva all'epoca uno di loro. «Un commerciante non acccetterà mai di pagare il pizzo, non è Reggio Calabria che è nato con l'idea che deve pagare il pizzo o in Sardegna che è nato con l'idea che c'è un bandito, non lo ho mai visto. In Valle d'Aosta su 50, 46 se la cantano» e «3 ti mandano in galera».

«Sono nati così - continua la conversazione - e non gliela cambi la mentalità, tu il pizzo non glielo puoi andare a chiedere» perché il commerciante «va e ti denuncia e poi (la Valle d'Aosta, ndr) è troppo piccola e non c'è posto per scappare, non c'è posto per nascondersi».

«Perché hanno provato a sparare a qualcuno, a qualche giudice gli hanno messo magari qualche bombettina (si riferisce all'attentato dinamitardo commesso il 13 dicembre 1983 in danno dell'allora pretore di Aosta Giovanni SEUS, miracolosamente scambato N.d.r.)» e «hanno anche provato a bruciare qualche locale e non ci sono riusciti lo stesso».

In un'altra conversazione risalente allo stesso periodo è evidente l'interesse del crimine organizzato per la ricca Valle d'Aosta («...ma come 2.500 miliardi di bilancio, ma te li vuoi pigliare 1.000 miliardi e te li gestisci...»). Come detto quindi, la strategia individuata prevedeva di infiltrarsi nelle istituzioni usando politici compiacenti.



 


Marco Camilli




 

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